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545. Francesco Sforza a Benedetto de Curte, vicecapitano della cittadella di Piacenza. 1452 maggio 7 Milano

Francesco Sforza inforna Benedetto de Curte, vicecapitano della cittadella di Piacenza, di avere chiesto al capitano del distretto della città di eseguire quanto gli è stato ordinato da Benedetto, dal podestà e dal referendario per i guastatori, mettendosi d'accordo loro tre perché siano pronti, al più presto, guastatori o denari, come è stato loro ordinato. Per il giorno del passaggio delle truppe, si intenda con il Colleoni per le navi che deve mandare a Caimo; proposta poi annullata perché informato dell'avvenuto invio di quattro navi. Vuole infine che tenga presso di sè i migliori carri richiestegli in suo nome.

Benedicto de Curte, vice capitano citadelle Placentie.
Inteso quanto ne scrivi per tue littere te respondimo, et primo alla parte del scrivere al nostro capitaneo del distrecto de quella nostra cità che debia exequire quanto haviti ordinato ti, lo podestà et lo referendario nostri lì sopra el facto delli guastatori, gli havimo scripto opportunamente et v(e)nirà lì; siché volimo che intendendovi vuy tri insieme cum ogni vostra cura et industria, ve sforzati de mettere impuncto dicti guastatori, o dinari, segondo per nostre ve scripsimo, che siano in ordine in quello modo et forma che ve havimo scripto. Alla parte delli porti che sonno impuncto, havimo inteso et non dicimo altro. Del dì che debiano passare le gente, dicimo che te intendi cum el magnifico Bartholomeo Coglione delle nave da mandare ad Iohanne Caymo (a) per conzare el ponte, dicimo [ 139v] che vedi quelle nave che hay apparechiate lì oltra li porti, mandargline qualchune; delle più grande et megliore delle carre ma(i) te ha recheste coluy per parte nostra, dicimo che non volimo le daghi ad nisuno, ma le retenghi presso. Da poy scripta questa lettera fin qui, havimo recevuto un'altra tua che contene che hay mandato quatro nave ad Iohanne Cayme; te respondimo che hay facto bene et non bisongna mò più gli mandi altre nave, como ti dicimo de sopra, perché simo certi gli bastaranno quelle. Data Mediolani, vii maii 1452.
Marchus.
Cichus.

(a) Segue dicimo depennato.