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548. Francesco Sforza al podestà di Guardasone. 1452 maggio 7 Milano.

Francesco Sforza ordina al podestà di Guardasone che, saputo che vi sono alcuni che non vogliono pagare i carichi occorrenti, siano il sale, la tassa dei soldati e il sussidio, cosa che fan tutti nel dominio sforzesco, li costringa a pagare. Quanto a Bergamino che è andato a abitare a Reso, vuole lo si costringa a fare ritorno con la famiglia nel paese entro quindici giorni, osservando quanto promessogli da suo fratello Alessandro al tempo della conquista di quella terra. Se non rispettasse tale termine, gli si addebitino i carichi occorrenti che sopportano gli altri.

[ 140r] Potestati Guardasoni, et cetera.
Sentimo che sonno alcuni in quella nostra terra quali se rendeno retrogradi et molto difficili in volere contribuire et pagare la rata sua delli carichi occurenti, cussì per cagione del sale, come delle taxe delli soldati et del subsidio; del che ne maravegliamo perché in qualuncha loco del dominio nostro ogni homo contribuisce ad simili carighi e veruno non è chi da queli sia preservato exempto; et pertanto volemo et te commettimo che in li charighi predicti tu facii contribuire ogni homo, segundo che hano facto per lo passato. Et perché sentimo ch'el Bergamino de quella nostra terra è andato ad habitare (a) a Rezo, volimo che tu facii commandamento che infra el termine de quindeci dì vengha ad habitare lì con la sua famegla, como soleva; et venendo lì, volimo ch'el gli sia servato quanto gli promissi el magnifico signore Alesandro, nostro fratelo, nel tempo che acquistassemo el dominio de quella terra. Et non venendo al termine deli quindeci dì, volimo che tu li facii pagare tuti li carighi occurrenti ad quella comunità per la rata sua, come fano l'altri. Data Mediolani, vii maii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue lì con la sua famigla depennato.