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550. Francesco Sforza al luogotenente di Parma e a Marco Corio. 1452 maggio 7 Milano.

Francesco Sforza dice al luogotenente di Parma e Marco Corio che, alla richiesta della comunità di Guardasone di piccole deroghe per il pagamento dei denari, e sebbene abbia risposto negativamente perché li ha di bisogno per il pagamento della gente d'arme, pur gradisce che il luogotenente faccia qualche accomodamento. Chiede poi al luogotenente di annullare i debiti che Guardasone aveva con Parma, in virtù dei capitoli concessi a quelli di Guardasone.

(a) Locuntenenti Parme, necnon Marco de Coyris.
La nostra comunità de Guardasone ne ha mandato soy ambassiatori a chiedere de gratia che gli vogliamo fare qualche terminetto al pagamento delli dinari aciochè possano più abilmente pagare, allegando sua grande necessità et impotentia; alli quali havimo resposo che volontiera lo faressimo, ma che non possimo per modo alcuno, perché questi tali denari sonno per lo spaciamento delle gente d'arme, et bisognano statim de presente, ma bene siamo contenti che vuy gli [ 140v] faciati ogni aconzo et piaceveleza che se pote, purché li dinari gli siano, et non se habia ad tardare el pagamento. Ceterum volimo che tu locotenente te debii informare de quanto già fo ordinato et scripto che se dovesse cassare et anullare li debiti se trovasse havere la dicta nostra comunità de Guardasone in quello comune de Parma, segondo li capitoli altra volta concessi a dicti de Guardasone, et fa' omnino servare et mandare ad executione, senza replicatione d'altre nostre littere, quanto è ordinato, scripto et mandato. Data Mediolani, die vii maii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Precede l'intestazione La nostra comunità de G depennato.