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561. Francesco Sforza a Galeotto Campofregoso. (1452 maggio 10 Milano)

Francesco Sforza risponde a Galeotto Campofregoso in merito alla lettera circa le contestazioni fattegli per il comportamento dei suoi verso i marchesi di Villafranca con cui chiedeva l'invio di un uomo ducale che ponesse fine alle discordie. Il duca, certo che i marchesi gli abbiano narrato il vero, gli chiede di indennizzarli dei danni subiti, ammonendolo che avrebbe per molesto ogni altro atto contro loro, affida al commissario di Pontremoli, come apprenderà dalla lettera allegata, la soluzione di ogni contesa pendente.

Spectabili viro amico nostro carissimo Galeoto de Campofregosio.
Havemo recevuta la vostra lettera alla nostra responsiva, et veduto quanto in essa se contene in excusatione vostra dele doglenze et rechiami habiamo havuti dali marchesi de Villafrancha et della richiesta ce fate in mandare uno delli nostri ad intendere le diferentie vertono fra vuy et quelle terminare et cetera; dicemo che non credemo dicti marchesi fosseno venutl da nuy cum busie né fallacie, ma cum veritate et vedendose da vuy oltrazati. Il perché, itterato ve confortiamo voglati provedere alla indennitate loro, chè non dubitamo loro se diportaranno bene verso de vuy et delle cose vostre, il che facendo ce darite casone de havere quello bon concepto de vuy quale dicete, et in ciascuna vostra facenda ce trovariti favorevole, altramente non poteressemo se non molestamente supportare ogni minima lesione che per vuy o vostri homini alli dicti marchesi, soy homini e altri nostri recommandati fose inferita. Ben semo contenti commettere al nostro comissario de Pontremoli, al quale scrivemo per l'aligata, quale gli mandarite subito, voglia intendere, cognoscere et terminare se altra diferentia remanesse pendente fra vuy et meterli bono acordio per modo habiate casone de ben vicinare insieme, che ad nuy serà grande piacere. Data ut supra.
Signata ut supra.