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574. Francesco Sforza ai Dieci della Balia di Firenze. 1452 maggio 16 Lodi Vecchio.

Francesco Sforza sollecita i Dieci della Balia di Firenze a dare a Sigismondo Malatesta il denaro, della cui mancanza il suo segretario Acorso s'è doluto con lui, così come non ha avute le genti promesse di cui ha urgente bisogno per non perdere altre terre. Fa presente come le richieste fatte siano indispensabili anche per riconfermare la fiducia degli amici.

[ 142r bis] (a) Dominis Decem Balie populi et comunis Florentie.
Magnifici compatres tanquam patres honorandissimi, ultra quello che vederano le vostre signorie per le lettere quali vi mandiamo introcluse, molto s'è gravato e più doluto el magnifico signore miser Sigismondo cum nuy per mezzo de meser Acorso, suo secretario, qui apresso nuy, che non ha fina a dece dì del presente havuto quello spazo del dinaro, né quello favore, né adiuto, né socorso de gente che bisognaria et richederia el caso suo, che debiamo reputare vostro et nostro proprio. Et benché crediamo el magnifico ambasiatore e noy che mò gli haveriti fato bona provisione, cussì del dinaro, come etiandio della gente pur, considerando nuy quanto importa questo facto et quanto de sfavore saria a voy et ad nuy et quanto danno ad luy a lassarli tore le terre, che già gli n'è tolta una, per certo non si possimo satiare de confortarve et pregarve et stringere quanto più possemo che voliati bene pesare questa cossa et considerare quanto saria el desfavore ne seguirà per questo, et anche quanto se poteria dolere el dicto signore de noy, et quale exempio piliariano l'altri quando vedeseno la lasassemo in questo disfavore et danno questo signore, el quale, per tuti li rispecti, debiamo adiutare et favorire come nuy proprii. Parendone adonqua che si debba fare talle evidentia con effecto che luy et tutti li altri nostri amici et adherenti sofrissano ogni pena per conservatione del'honore et stato suo et vostro, vi confortiamo de novo et pregamo che gli voliati fare el spacio del dinaro quanto più presto sia possibile, et dare adiuto et favore de quella gente, et fariti che sonno spaciati, come sonno, quelli de Symoneto, reddendoce certissimi che cum questi favori de tutto reddunderà in vostro favore et nostro. Et per Dio se fin a mò non fosse facto el spacio del dinaro che credimo, però che se vi piacerà farlo subito, et etiamdeo dele gente perché vedeti ch'elIa condictione di tempi el richiede. Ex Laude Veteri, die xvi maii 1452.
Ser Iacobus.
Iohannes.

(a) Precede l'intestazione Magnifico Cosme de Medicis depennato.