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578. Francesco Sforza all'Imperatore. 1452 maggio 20 Lodi Vecchio

Francesco Sforza denuncia all'Imperatore, oltre a quello già precedentemente scrittogli, le scorrerie dei Veneziani sulle sue terre alle quali non ha reagito per rispetto della pace, informandolo che gli hanno preso anche due o tre "castelluze", pur prive di soldati. In simile forma si scrive alle persone indicate nella nota.

[ 143r ter] Imperatori.
Serenissime princeps et cetera, la Mayestà vostra haverà inteso per altre mie lettere quello ch'io ho scripto delli modi tenuti per la signoria de Venesia; mò adviso la Mayestà vostra come hanno fatto correrie alle mie terre, (a) et, benché siano corsi alle mie terre, io nondimeno non havia facto movimento né novità alchuna, credendo che quelle tale cose fosseno sequite per qualche desordine, et etiandio per respecto del rasonamento principiato de pace. Pur dapoy me hanno tolte due o tre castelluze, le quale teneva senza altra guarda et suspecto et senza niuno soldato dentro. Io scrivo queste cose alla Mayestà vostra acciocché l'intenda et sapia la voluntà et dispositione sua al ben vivere.
Data Laude Veteri, die xx maii 1452.
Iohannes.
In simili forma Infrascriptis: domino Pape, duci Sabaudie, Ianuensibus, Senensibus, Bononiensibus, domino marchioni Estensi, regi Aragonum, Nicodemo, domino Sceve de Curte, domino Nicholao de Arcimboldis. Data ut supra.

(a) Segue Io nondimeno depennato.