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585. Francesco Sforza a Guiniforte Maletta, commissario di Pontremoli. 1452 maggio 30 "in Villa Aquenigre"

Francesco Sforza approva la crida contro fatta da Guiniforte Maletta, commissario di Pontremoli, e la ratifica. Vuole che anche mogli e figli di detti individui siano estromessi da quella terra.

Guiniforto Malecte, commissario Pontremuli.
Havimo inteso la crida quale hai facta fare contra quelli bandezati; ti dicimo che hay facto bene et ne siamo contenti et volimo che sia valida et cussì, per tenore della presente, la confirmamo, approbamo et ratifficamo, de ad (a) verbo ad verbum come la sta. Similiter volimo che debii cazare fuora de quella terra le moliere, figlioli et famiglia de dicti bandezati ad ciò che siano castigati del loro mal fare como meritano, et siano exempio ad caduno altro de non commettere simili excessi. Data in castris nostris in Villa Aquenigre, die xxx maii 1452.
Marchus.
Cichus.

(a) Così A.