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593. Francesco Sforza al podestà di Parma. 1452 giugno 2 "in Villa Iovanolte"

Francesco Sforza comanda al podestà di Parma di intervenire perché Ugolino Garimberto e i figli del fu Antonio da Palude possano averei denari che loro competono e che il comune e gli uominini di Vedriano rifiutano loro. Provato con la persuasione, ne metta un buon numero in prigione o ne prenda delle loro cose quanto basta per soddisfare i creditori.

[ 147r] Domino potestati Parme.
El spectabile cavaliero et doctore domino Ugolino Garimberto, citadino de quella nostra cità, ne dice ch'el comune et homini de Vedriano sono obligati a luy et ali figlioli del quondam misser Antonio da Palude de una bona quantità de dinari li quali non pono consequire per la loro retrogratione et inobedientia. Il perché ve commettiamo et volimo che debiate intendere questa cosa et vedeati se per modo alcuno poteti accordare li predicti homini con el dicto domino Ugolino et figlioli, el che ne serà gratissimo; ma pur in caso che dicto accordio non potesse havere effecto, siamo contenti et volimo che vuy faciati destenire tanti delli dicti homini, o tuore tanta della robba loro, ho per quello megliore modo et via ve parerà, siché essi siano satisfacti integramente, secondo rechiede il debito della rasone. Data in castris nostris in Villa Zovanolte, die ii iunii 1452.
Cichus.