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607. Francesco Sforza al podestà di Parma 1452 giugno 17 "ex castris nostris apud Longhenam".

Francesco Sforza vuole che il podestà di Parma intervenga sulla lite tra Finzo e gli uomini di Cervara nella quale morì un maresciallo di Finzo di Antonobia e di Domenico Barbero. Avendo preso Finzo, quale rivalsa, a uomini di Cervara Baganzola e Castelnuovo del bestiame, il duca vuole, non intendendo che innocenti paghino, che il podestà prenda i beni dei malfattori e non bastando, anche quelli dei loro padri e valuti il valore del bestiame per un adeguato risarcimento.

[ 151v] Potestati Parme.
Pare che per una certa differentia che ha havuta Finzo cum certi homini della Cervara fosse morto uno suo marescalco de Antoniobia et de Dominico Barbero; de che dicto Finzo corse alla Cervara et ha pigliato et tolto certo bestiame ad certi homini delli Cervara de Baganzola et de Castelnovo, como intenderiti per li portatori de questa. Et perché non volimo che dicti homini patischano lo male d'altri, pertanto volimo che fazati pigliare tanti beni de quilli malfactori, osia delli patri loro, non havendo loro bene che siano satisfacti dicti homini robbati delli beni loro et delli patri, como havimo dicto integramente et cum effecto de tucto quello gli è stato tolto per Finzo, facendo de dicte bestie iusto extimo et cum lo sacramento; et fati non habiano più casione ricorrere da nuy per questo perché ne pare iusto et rasonevele che li malfactori paghino la pena et non chi non ha facto el male. Ex castris nostris apud Longhenam, xvii iunii 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.