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618. Francesco Sforza a Benedetto de Curte (1452 giugno 21 "ex castris nostris apud castrum Gonellarum").

Francesco Sforza ordina a Benedetto Corte e al podestà di Piacenza che a Alessandro Lanciavecchia e a Macario Trodo, suoi familiari, siano dati il cavallo, cose e denari presi a un uomo di Aqui.

Benedicto de Curte, vice capitaneo et potestati nostri(s) Placentie.
Alexandrino Lanciavechia et Machario Trocto, presenti exhibitori, ne hanno dicto che hanno consignato in le mano de ti, potestà, uno de Aquis, quale hanno preso lì in quella città como homo del marchese de Monferà quale, como non dubittiamo seti infor(ma)ti, ne ha rocto guerra. Et perché dicti Alexandrino et Machario sonno conzi cum nuy per nostri famigli, volimo che quilli cavalli, dinari et cose havia dicto de Aquis gli habiano per mettersi inpuncto, volimo che subito, recevuta la presente, senza exceptione alcuna gli diati li dinari, cavallo et cose del dicto de Aquis. Et similiter volimo gli consignati luy in loro mano et possanza che s'el possano scodere et gli possano fare fare taglia, como parerà et piacerà a loro. Data ut supra.
Iohannes.