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647. Francesco Sforza al podestà, al capitano ai presidenti e all'ufficiale delle bollette di Piacenza. (1452 luglio 7 "apud Trignanum").

Francesco Sforza ordina al podestà, al capitano, ai presidenti e all'ufficiale delle bollette di Piacenza di lasciare, vincendo ogni sospetto di peste, entrare e uscire Antonio da Trezzo e i suoi inviati in città per imporanti faccende, assicurando che Antonio è da giorni fuori da Cremona.

Potestati, capitaneo, presidentibus et offitiali bulectarum civitatis Placentie.
Perché ad Antonio Trecho achade qualche volta mandare in quella città, e pur spesso, suy messi, et etiam vinirli luy per alchune nostre facende che lì ha da fare per nuy, et gli è facto obietto per respecto della peste, et perché quelle cose li ha da fare per nuy sonno pur importante al stato nostro, volimo che venendo luy, overo mandando lì per intrare in quella città di Piasenza, lo lassati et ordinate che sia lassato intrare et usire a sua posta, certificandove che de questo non bisongna dubitiati, perché dicto Antonio, già più dì sonno, è fora de Cremona e sta in Pizghitone et poy è tal persona et cussì discreta che non gli mandaria se non persona necta. Siché questo fatilo non obstante alchuno ordine in contrario. Data ut supra.