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649. Francesco Sforza al podestà di Parma e a Gandolfo da Bologna. 1452 luglio 9 "apud Trignanum".

Francesco Sforza si compiace con il podestà di Parma e con Gandolfo da Bologna per le notizie sulla salvaguardia della città, affermando che, sebbene quelli di Correggio faranno meno di quanto dicono, tuttavia stiano vigili. Li informa d'aver mandato a quei confini gente e fanterie del marchese per un totale di oltre mille persone, per cui i Correggesi non si muoveranno per andare a Poviglio finché avranno gli uomini ai loro confini. Garantisce poi che, come richiesto, manderà loro fanti.

Potestati Parma necnon Gandulfo de Bononia.
Havimo recevute vostre lettere et inteso quanto ne scriveti zascuno da per sì della bona diligentia usati per conservatione di quella città, et cetera; dicimo che ne piace fati bene, et comendamo la diligentia vostra et cussì vogliati de continuo stare actento et advisatici de quanto occorre delle novelle zanze et minaze fanno quelli de Correzo.
Credimo faranno assay mancho che quello dicono, et non è da dubitare de loro, stando cum li occhi aperti et cum bona guardia perché credimo che in quella città siano pochi quilli che seguiscono la parte sua, et pochi altri cittadini se moveriano ad petitione loro.
Poy havimo mandato de qua ad quelle confine là delle gente et fantarie dell'illustre signore marchexe più de mille, siché dicti de Correzo non se moveriano de casa loro perfino sentiranno quelle gente là ad quello confine; et quando se movessero, quelle gente andariano ad casa loro et fariali ritornare quilli de Correzo, siché non credimo che vadano nì ad Povigli nì ad altri lochi importanti, perché andandogli, haveriano pocho honore; et cussì mandati ad confortare quelli da Povigli. Al facto de mandare là gente, et cetera, dicimo che più dì fanno che semo stati in volergli mandare qualche gente, pur presto gli mandarimo quelli fanti et faremo tucte le provisione opportune in modo non haveriti ad dubitare. Ex castris nostris apud Trignanum, die viiii iulii 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.