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68. Francesco Sforza a Teseo da Spoleto (1452 gennaio 8 Lodi).

Francesco Sforza risponde a Teseo da Spoleto che per i 25 cavalli dati ai nobili da Borgonovo e i 24 dati a quelli di San Giovanni vuole che si osservi l'accordo concluso per i primi. Per quel che riguarda i nobili del Piacentino va osservata la disposizione attinente ai cittadini andati in città con la famiglia per tre mesi continui. Quanto alla opinione dei cittadini circa la ripartizione dei cavalli con la montagna e con la pianura, gli ricorda di avere grande rispetto per le terre che lui stesso ritiene assai gravate, come Borgonuovo, Castell'Arquato e altre, mentre si deve darne alle terre meno oberate, in particolare, a quelle di coloro che non sono andati a vivere in città. Per la controversia tra Bartolomeo e altri Anguissola, esamini la faccenda e la spesa sia a chi avrà avuto torto.

Theseo de Spoleto.
Respondendo ad alchune declaratione quale tu domandi per uno tuo ricordo, et primo, circha li 25 cavalli dati alli nobili da Borgonovo et li 24 a quilli de San Zohanne, volimo che sia servata la sententia del'acordio, cussì in questa soprazonta, como in li primi cavalli. Circha la parte delli nobili de Piasentina, videlicet se li se debeno far pagare o non, volimo che tu fazi servare el tinore delle lettere nostre scripte ad vi del presente sopra la materia de quilli non sonno vinuti ad habitare dentro secondo il tinore delle nostre cride. Quantum autem alla parte de partire li cavalli alla montagna et al piano secondo la oppinione delli citadini, ad nuy pareria che se dovesse havere grande rispecto a quelle terre che sono gravatissime, como tu scrivi, de Borgonovo, Castroarquate et altre, et darne a quelle che tu conosi mancho gravati, et potissimum a quelli chi non sonno vinuti ad habitare dentro secondo le cride nostre. Circha le diffirentie del conte Bartholomeo et altri Anguscioli, studiati de chiarire quanto sia da fare et postea et la spesa delle gente vada adosso a chi haverà havuto torto. Data ut supra.
Cichus.