Registro n. 14 precedente | 705 di 1952 | successivo

705. Francesco Sforza a Matteo da Pesaro 1452 luglio 31 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza, considerata l'estrema necessità di avere immediatamente danaro per evitare l'abbandono di fanti e provisionati, supplica Matteo da Pesaro di farsi dare sei mila ducati da Firenze o da Cosimo stesso, che si li riavrà appena la medesima signoria li accorderà; in caso contrario cerchi altre soluzioni purché i seimila ducati arrivino prestissimo tramite Giacomo Griffo o altro fidato, seguendo il percorso già fatto in altre simili occasioni, passando per Bologna, Ferrara, Mantova, o facendo qualunque altra strada, ma sempre con un cavallaro fiorentino.

[ 182v] Matheo de Pisauro.
Non obstante quanto per altre nostre te habiamo scripto, per questa te dicimo che la necessità et extremità del dinaro è tanta fra queste nostre gente che ogni dì se parte delle nostre fantarie et provisionati et altri anchora, et non provedendo ogni dì se ne perderiano più, pertanto vogli subito, recevuta questa, instare havere senza dilatione incontinente per fino in vi mila ducati. Et perché crediamo che ala recevuta de questa li dinari della subventione ha deliberato dare quella excelsa signoria saranno comenzati ad scodere, et s'el se potesse fare ch'el magnifico Cosmo li buttasse fora et se li ripigliasse poy de quelli se haveranno, siché vedi mettergli ogni industria, instantia et diligentia opportuna che habiamo subito, recevuta questa, per la via de Cosmo o per qualunqua altra via factibile et expediente dicti vi mila ducati, li quali ne vogli subito mandare qua per Giacomo Griffo o per qualunch'altro fidato et intendente et scorto, et mandargli per qualunqua via haveray bona informatione et sia più sicura et expedita. Li altri dinari havimo havuti li havimo facti portare della via de Bolongna, et da Bolongna ad Ferrara et Mantoa, et da Mantoa qua. Pur nientemeno mandagli per qualunqua via te parerà più sicura, et che li mandi prestissimo. Et per questa casone solamente mandiamo questo cavalare da ti; ma cum qualunqua mandaray dicti dinari, vogli mandare uno cavallaro (a) Fiorentino intendente et pratico, et che sappia bene li passi et le bone vie et segure per più sigureza del portatore de dicti dinari, et subito ne advisa della ricivuta de questa. Ex castris nostris apud Quinzanum, die ultimo iulii 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.

(a) Segue frauto depennato.