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706. Francesco Sforza ai Dieci della Balia di Firenze 1452 luglio 30 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza risponde ai Dieci della Balia di Firenze insistendo perché accordino a Sigismondo Malatesta quanto a loro chiesto tramite Angelo della Stuffa, procurando che si congiunga con le forze in modo da equiparare il campo fiorentino con quello nemico. Ricorda la vittoria a Cassine su Guglielmo di Monferrato che ha lasciato ottocento e più cavalli e più di mille prigionieri, tra cui i principali uomini monferrini. Circa la disfatta di Cavenago, grave non per le perdite ma per la reputazione, ribadisce di avere mandato a Cerreto suo fratello Alessandro con alcune squadre per distruggere il ponte per impedire al nemico di passare nel Lodigiano e nel Milanese senza che Alessandro si rendesse conto che nel frattempo le truppe veneziane si erano rinforzate. Si è recato a Quinzano per trovare, a diffrenza dei nemici rintanati nelle paludi, erba per i cavalli, ribadendo che il suo indugiare nell'attaccare i Veneziani è pura strategia. Raccomanda infine di rimandargli Diotisalvi e Matteo da Pesaro al più presto con il denaro.

[ 183r] Dominis Decem Balye comunitatis Florentie.
Magnifici domini tanquam presides honorandi, havimo recevute lettere dalle magnificientie vostre de data xxii del presente et inteso quanto le magnificientie vostre scriveno; respondemo primo, alla parte del signore Sigismondo, che credemo la signoria sua debia fare el dovere et maxime, volendoglisì fare el dovere et quello rechiede, como scrivene le magnificientie vostre, havergli mandato ad proferire per Angello della Stuffa. Recordiamo alle signorie vostre, come per altre havemo scripto, che vogliano fare unire el prefato signore messer Sigismondo cum le altre sue gente, che, siando insieme et non siando le gente del Re de mazore numero et più in ordine, né siando fra loro altro homo le guide, como non gli è, havendo ad tranversare per li terrini vostri, quali sono forti, non dubitamo faranno male li facti suoy, et se pintiranno essergli vinuti.
Ceterum, come per altre havimo scripto alle magnificientie vostre del signore Guillelmo, cussì per questa lo refirmamo luy è stato rocto et fracassato et retrovasi essere presi delli suoy cavalli octocento et più, et presoni de taglia più de milli, et forono presi li principali homini havia cum luy. Et sono reacquistate le terre nostre havia prese, excepto el Boscho et sonno a campo li nostri alle terre sue, siché le cose de là hanno ad passare per bona via.
Preterea, como per altra scripsimo alle magnificientie vostre, havendo li inimici facto uno ponte per mezo de Cerreto, quale intendivano fortificare per poter passare in Lodisana et Milanese per damnificare el paese, et perché non li reusisse el pensero, nuy li mandassimo Alexandro, nostro fradello cum alcune squadre, el quale, siando zonto ad Cavenago, in nello allogiare che fece, siando ingrossati li inimici più che non era denanti alla partita sua da nuy, et non lo havendo saputo et luy per non stimarli, lo assaltarono et recevette sinistro; el damno è stato pocho perché in tucto, tra cavalli et cariagi, non foreno perduti cento et cinquanta cavalli al più, che gli sia stato el pezo è per la reputatione. Ma sia como si voglia, nuy intendimo fare che ad nessuno modo reeuscha li disingni alli inimici, et volimo fare quello havevamo deliberato, et de novo li mandiamo tale provisione, che se restaurarà el manchamento recevuto et alli inimici non li reusirà el pensiero. Nuy siamo vinuti ad alogiare appresso Quinzano per più comoditade delle herbe per li nostri cavalli, et per far stancare più li inimici, che, come havemo per altre scripto, non se possendo fare cum loro cum la forza per essere stati loro cazati in quisti paduli, [ 183v] n'è bisognato fare cum lo ingengno, et li havimo reducti ad tale extremitade che gran parte delli suoy cavalli sonno manchati et ogni dì manchano, et inrocissino più per manchamento delli strami et herbe, che gli è una meza rocta. Et quantunqua habiamo alquanto induciato, che tucto è stato et è per fare la cosa cum più sigurtade, et a mano più salva, niente de mancho le signorie vostre se diano bona voglia che speramo fare in modo che sarimo vincitori, et faremo quello è el vostro desiderio et nostro; et de quanto sequirà ne saranno (le) magnificientie vostre de tucto particularmente advisati alla zornata.
Alla parte scriveno le magnificientie vostre del providimento facto per recatto del dinaro, restamo advisati et piacene grandemente li ordini dati per le signorie vostre, et quantunqua siamo certi che le magnificientie vostre gli habiano facto et faciano circha ad ciò ogni laudabile et diligente opera et che per le cose delà z'abiano anchora a fare assay (a), pur ad satisfatione nostra quelle pregamo che quanto più presto sia possibile rimandino Diotesalvi et Matheo cum la expeditione che quanto più presto venghino, in più nostro beneficio et aconzo ne retornarà, perché potendo mantenemo questo campo nelli termini, et non dubitamo sarimo vincitori. Data in castris nostris apud Quinzanum, die xxx iulii 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.

(a) Da et che a assay a margine.