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723. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano 1452 agosto 8 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza assicura Oldrado Lampugnani di aver inteso quanto Baldo ha detto; e, considerando l'importanza di quel luogo, ritiene che si debba riflettere sulla persona da designare. Lo Sforza vuole, perciò, che sentito il parere di Guido su Giorgi, lo si avvisi per potere meglio provvedervi. Dispone poi che Oldrado, sentite le parti, renda giustizia circa la richiesta fatta da Baldo a Luca Burzo di cento ducati spettantigli per la dote di sua moglie.

[ 187v] Domino Oldrado de Lampugnano.
Carissime noster, havimo recevute le vostre lettere et per tenore de quelle havimo etiamdio inteso quanto ne ha voluto dire Baldo, et cetera. Al che respondendo brevemente, a nuy pare che sia da considerare questo facto perché, remettendo in casa quello del quale non havimo altra experientia per sdegnare quello zovene del quale havimo ogni bono comcepto et experientia della fede et devotione verso nuy et stato nostro, non sapemo quanto fosse bene perché, essendo quello loco de quella importantia che l'è et non havendo altra sigurtade de quello che se proferisse de venire, non ne pareria la cosa tucta sigura. Unde a nuy pareria cussì che vuy, como da vuy, ve ingegnassivo de sapere dal conte Guido s'el fosse contento ch'el conte Georgio vinisse a casa et che animo ha verso de luy, et deinde ne avisassino per vostre lettere perché, inteso questo, meglio et più consultamente provederissimo a farlo vinire.
Ceterum el prenominato Baldo deve essere creditore de Lucha Burzo de cento ducati per casone della dota de sua mogliere, alegando vuy esserne informatissimo. Per la qual cosa vi commettimo che vogliati intendere le parte et farli fare rasone summaria ita ch'el non habia legiptima casone de lamentarse né più recorrere a nuy per questa facenda. Data in castris nostris apud Quinzanum, die viii augusti 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.