Registro n. 14 precedente | 761 di 1952 | successivo

761. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1452 agosto 20 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza dice d'accordo con Sceva de Curte della sua sosta a Firenze, ribadendo che non vi è niente di nuovo da aggiungere. Non ha notizie dopo la partenza degli ambasciatori del re di Francia e di re Renato delle trattative con Guglielmo di Monferrato, se non che in quello stesso giorno è arrivato un nuovo ambasciatore del re di Francia con l'intento dissuadere Guglielmo dalla lotta contro lo Sforza, intento caldeggiato anche da Carlo VII.

Domino Sceve de Curte.
Nuy non vi havimo scripto altramente credendo fosti in camino ma, intendendo nuy essere giunto lì ad Fiorenza dove, per persuasione de alchuni cittadini, supersedereti alquanto lì, che ne piace quanto habiati facto de haverli satisfacti in soprastari alquanto.
Ve advisamo che, di poy haviti havute le ultime nostre, non è altro de novo, se non che da poy retornarono li ambassiatori del serenissimo Re de Franza et re Rainero dal signore Guillelmo per tractare l'acordio, non havimo havuto altro se non che in questo dì è giunto da nuy un altro ambassiatore del Re de Franza quale è vinuto per lo facto del signore Guillelmo per farlo rimovere dalla impresa contra nuy totaliter; et pare, secondo el dire suo et le lettere ne scrive dicto serenissimo Re de Franza, che la sua Mayestà intende obtenere se le dovesse vinire impersona. De quanto seguirà ne sariti advisato. Lo vinire vostro sta im piacere vostro. Data in castris nostris apud Quinzanum, die xx augusti 1452.
Iohannes.
Cichus.