Registro n. 14 precedente | 782 di 1952 | successivo

782. Francesco Sforza al luogotenente e al podestà di Parma 1452 agosto 28 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza comanda al luogotenente e al podestà di Parma di intervenire sui beni che Innocente Musaco ha in città e nel contado, con la madre e il fratello prendendo dalla sua quota quanto basta per soddisfare Giacomazzo da Salerno, di cui era compagno, per quello che gli ha rubato fuggendo in campo nemico.

Locuntenenti et potestati Parme.
È novamente fugito da nuy et andato dal canto deli nimici Inocente Musacho, citadino de quella nostra città, quale era compangno del spectabile cavalliero messer Iacomazo da Salerno, nostro conductero. Et perché simili truffatori et fugitivi ad ongni tempo ne sonno exosi, et maxime quilli che, al presente in questa impresa, ne habandonano et tanto più havimo molesto questo acto quanto ch'el è facto per nostro subdito, quale doveria essere più constante et fervente al bene del stato nostro; et intendiamo ch'el prefato misser Iacomazo habia el debito suo, et luy sia castigato come merita in modo che alli altri che havesseno simili (a) pensiero sia exempio. Sapendo nuy che in quella città et nel contado ha suoy beni, mobili et immobili, quali sonno comuni cum la madre et cum fratello, vi committiamo et volimo che contra quella parte di beni che pertene al dicto Inocente faciati tale executione ch'el dicto misser Iacomazo interamente sia satisfacto de quanto debbe havere da lui; et questo faci cum effecto senza longheza, tardità o contraditione alchuna, non acceptando frivole scuse o exceptione, ita che per questo più non habiamo a repplicare intendendovi, in questo facto, cum qualunqua mandato del prefato messer Iacomazo, exhibitore dela presente. Ex nostris felicibus castris apud Quinzanum, die xxviii augusti 1452.
Irius.
Cichus.

(a) Segue exempio depennato.