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786. Francesco Sforza a Gandolfo da Bologna 1452 agosto 30 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza, disponendo che le genti d'armi si portino al campo, avverte Gandolfo da Bologna di far sì che tutti quelli che sono nel Parmense, anche se provvisti di licenza, vadano in campo, purché abbiano dimorato lì dieci o dodici giorni; altrimenti saranno cacciati. Lo stesso vale per quelli a cui quali è stato concesso di portarsi lì per qualche giorno per avviarsi poi in Toscana. Tale disposizione vale solo per chi è in buona salute.

[ 202v ter] Gandulfo de Bononia.
Perché intendiamo che tucte le nostre gente d'arme, de qualunqua loco se retrovano, vengano qua in campo appresso nuy, volimo che a tucti quili se retrovano lì imParmesana tu faci expresso comandamento che subito vengano in campo, etiamdio se gli fossero cum nostra licentia, purché gli siano stati dece o dodici dì; et non venendoli da poy che ghe l'averay comandato, volimo che tu gli cazi et faci cazare via et non ghe li lassi per modo alchuno. Et simele dicimo de quilli che sonno vinuti dalla nostra per andare in Toschana, ali quali havissimo conceduto che venisseno lì per qualche dì per aviarse, deinde in Toschana, ali quali volimo faci dare licentia che vadano via, intendendo che la licentia, quale havesseno da nuy de venire lì, debba durare dodece o al più xv dì. Ali nostri volimo faci comandamento che subito vengano via, non intendendo però che, se veruno se trovasse infermo, sia cazato via, ma parlamo delli sani. Ex campo nostro apud Quinzanum, penultimo augusti 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.