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792. Francesco Sforza al vescovo di Parma 1452 agosto 31 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza comunica al vescovo di Parma la risposta dei canonici che, per avere il resto del sussidio clericale dovuto a Cristoforo Torello, occorreva rivolgersi ad Antonio Bernuccio che aveva promesso di rilevare il debito. Invita il vescovo a informarsi delle cose e costringere Antonio al dovuto versamento. Se le cose stessero diversamente, imponga a sei od otto canonici più danarosi a pagare detto resto, rifacendosi poi sul rimanente clero.

[ 204r] Domino episcopo Parmensi.
Havendo nuy scripto perché se rescodesse dali canonici della chiesia mazore de quella nostra città el resto della subventione, quale dicti canonici ne denno dare aciò potessimo contentare el magnifico conte Christoforo Thorello al quale è assignato dicto resto, ne hano resposto dicti canonici che non sonno debitori loro, ma che domino Antonio Bernucio ha promesso luy de relevarli d'esso debito. Et perché nuy non intendiamo questa cosa, pertanto confortiamo la vostra paternità che voglia intendere come sta questa cosa et, trovando che esso domino Antonio habia facto dicta promessa, volimo che per la paternità vostra l'astrenga a dare et numerare tucto el resto che hanno debito dicti canonici. Si vero la cosa fosse altramente, volimo che essa vostra paternità astrenga sey o otto delli principali canonici a dare fora el dicto resto, acioch'el se possa contentare el prefato conte Christoforo. Et facto questo, perché non è convenele che essi canonici debbiano supportare questo tale caricho per li altri del chierichato che sonno debitori, volimo che li dagati ogni expeditione, adiuto et favore alli predicti sey o otto perché possano convenire tucti quilli del dicto chiericato che se retrovano debitori, et retrare da loro li suoy dinari. Et circha ciò vogliati fare tale opera che più non vi habiamo a scrivere, et che dicto conte Christoforo remanga omnino satisfacto come è nostra totale voluntate et despositione, come per altre nostre lettere doveti havere inteso. Ex nostris felicibus castris apud Quinzanum, ultimo augusti 1452.
Bonifacius.
Iohannes.