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825. Francesco Sforza a Sceve de Curte (1452 settembre 8 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza vuole che Sceva de Curte convinca gli eredi di Antonio Raso a pagare otto ducati a Parmesano, compagno di Cristoforo Torelli, imprestatigli, senza farsi rilasciare alcuno scritto.

Domino Sceve de Curte.
Ne dice el Parmesano, compangno del magnifico conte Cristoforo Torrello, alli dì passati havere dato im prestito ad uno Antonio Raso de quella nostra città ducati octo li quali, essendo vinuto a morte el dicto Antonio, et non trovandose el dicto Parmesano haverne carta che possa monstrare, li heredi del dicto Antonio recusano volere rendere al dicto Parmesano. Et perché nuy cognoscemo quale è homo da bene et da dargli credito in maiore cosa, che siamo certi se non li dovesse havere se vergognaria a dirlo, vi commettiamo et volimo debiati provedere che li heredi del dicto Antonio satisfazano al dicto Parmesano de dicti ducati octo. Et non manchi. Data ut supra.
Zanetus.
Iohannes.