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827. Francesco Sforza a Bartolomeo de Meliis,podestà di Piacenza 1452 settembre 8 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza vuole che Bartolomeo Meli, podestà di Piacenza, arrestato due famigli di Niccolò, figlio di Rolando Pallavicino per spaccio di alfonsini dorati falsi, indaghi per sapere come siano in possesso di detti alfonsini, che "insengna" fanno su essi, in quale modo li fanno e da quanto tempo. Di tutto lo informi e non rilasci i detenuti senza sua espressa licenza.

[ 214r] Bartholomeo de Meliis, potestati Placentie.
Havimo inteso quanto ne hay scripto de quilli duy famigli de Nicholò, figliolo de Rolando Palavicino, quali hay sustenuti perché volevano comparare robba et pagare de alfonsini dorati falsi, et cetera. Dicemo, come per altra nostra te havemo scripto, che nuy volimo, havuta questa, debbi molto bene examinare li dicti famigli, come et per qual via hanno havuti li dicti alfonsini, certificandote che havimo informatione che lo dicto Rolando et lo figliolo fanno bactere questa tale moneta, et sappi che insengna fanno in li dicti alfonsini, et in quale modo li fanno, et da quanto tempo in qua li hanno facto; et del tucto fa che ne advisi in modo che ne siamo molto bene chiari. Ben ti dicimo che la intentione nostra è, et cussì volimo, che tu non relassi li dicti famigli senza nostra expressa licentia. Ex castris nostris felicibus apud Quinzanum, die viii septembris 1452.
Persantes.
Cichus.