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837. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano. 1452 settembre 12 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza scrive a Oldrado Lampugnani sulla corrispondenza scambiata con quelli di Correggio; chiede inormazioni sulla detenzione del cittadino sforzesco, Baldo da Novara, non essendo lo stato sforzesco in guerra con loro, chiedendone la liberazione. Si tolgano a Boldrino da Guardasone le tasse e l'alloggio che ha nel Parmense perché intende abbandonare la vita militare. Per Gerolamo da Palude, che ha optato per lo stato sforzesco, si provveda per l'alloggio e tasse per i suoi cavalli. Ritiene che la ragione stia dalla parte di Sceva e per sua chiarezza gli invia la copia di quanto ha scritto a Scilano. Crede che il frate non dica il vero affermando che Giovanni dalla Noce è fuggito e chiede, per compiacere i marchesi di Incisa nella cui casa fu preso, che non sia impiccato ma sia portato da lui.

[ 216r] Domino Oldrado de Lampugnano.
Havimo recevute più vostre lettere de dì vii et viiii del presente cum le copie incluse delle lettere havite scripte a quilli da Correzzo et loro ad vuy, et veduto pontalmente ogni cosa. Respondendo prima, alla parte de Baldo da Novara, nostro cittadino, destenuto per essi da Correzzo, dicemo se ne maravigliamo grandemente et non possamo fare che non se dogliamo de loro che, non facendo nuy guerra alle cose loro, né loro alle nostre et pratichando li cittadini et subditi nostri in le terre sue et li suoy in le nostre liberamente, como havimo facto fina mò, habiano destenuto dicto Baldo senza fare (a) altra noticia alli nostri officiali et subditi che, se li havesseno avisati, Baldo non saria andato cussì fridialmento et amichevelmente in le terre loro, come è andato. Et pertanto ve carichamo vogliati scrivere ad essi da Correzzo et pregarli faciano liberare dicto Baldo et non vogliano quello che non hanno innovato fina mò, maxime atteso che de raxone non lo possono fare presone per le suprascripte rasone; et in questo faciti ogni vostra instantia et opera possibile perché el dicto Baldo sia relassato.
Havimo veduto quanto essi da Correzzo ve scriveno alla resposta li haviti facta circa le posessione sue che dicono esserli tenute per quelli altri da Correzzo, et cetera. Piacene summamente quanto li haveti resposto; aspettamo cum disiderio la resposta che loro ve faranno la quale, quando haveriti havuta, haverimo caro nella mandati ad ciò possiamo intendere la oppinione sua.
De Boldrino da Guardasone quale non voglia fare più el mestero delle arme, perché l'hanimo suo è cussì, ne siamo contenti, ma non volimo li siano date più le tasse, né allogiamento im Parmesano, come ha havuto fino mò.
Piacene che Ieronimo da Palude sia venuto dal canto nostro et ch'el habia lo allogiamento et le tasse per li cavalli vivi che luy ha.
Alla parte della causa vostra dicimo ne pare habiati una grande rasone et, ad ciò intendati quello havimo scripto ad messer Scilano sopra questo, ve mandiamo qui introclusa la copia della lettera che li havimo scripto.
Alla parte de quello frate che habia dicto messer Zohanne della Noce essere fugito et luy essere quello dicimo che nuy fina in quest'hora non havimo novella ch'el sia fugito.
È ben vero che per compiacere a quilli zentilhomini, marchesi de Incisa, in casa de quilli luy è stato preso, nuy havimo scripto ch'el sia menato qua da nuy, non obstante havessimo scripto ch'el dovesse essere impichato per la gola, et credemo che quello frate non dica el vero. Data in castris nostris apud Quinzanum, die xii septembris 1452.
Iacobus de Rivolta.
Iohannes.

(a) Segue alla depennato.