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843. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1452 settembre 20 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza fa divieto al podestà di Piacenza di intaccare le entrate ordinarie della città per aver il suo salario, che ritrarrà, come hanno fatto i suoi predecessori dal tempo di Filippo Maria Visconti dalle condanne comunitative e, non bastando, si avvarrà di quelle pertinenti alla Camera ducale, con l'aggiunta delle quali, dovrebbe essere soddisfatto.

[ 217v] Potestati Placentie.
Perché le intrate nostre ordinarie (a) de quella città de Piasenza se conveneno spendere et dispensare in altro, vi scrivimo et comandiamo che, per casone del tuo salario, non ne debii removere, né tochare pur uno dinaro, ma solum te paghi delle comdemnatione spectante ad essa comunitate come è stato usitato per li altri vostri precessori al tempo del signore duca passato; et quella non supplendo, te satisfazi delle pertinente alla Camera nostra, le quale se rendimo certissimi saranno tanto che, volendo essere solicito, come debitamente debbi essere, che tra l'une et l'altre compitamente te satisfaranno. Data in castris (b) nostris apud Quinzanum, die xx augusti 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) ordinarie in interlinea.
(b) Segue ducalis depennato.