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855. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano 1452 settembre 14 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza scrive a Oldrado Lampugnani in merito alle scorrerie dei Correggesi nel Parmense, cioé a Poviglio e fin alle porte di Parma, dopo aver preso Casale Po, catturato il podestà di Poviglio oltre a Bassano da Lodi, prendendo prigionieri e bestiame. Vuole che si rincuorino quei cittadini perché fra poco vi sarà tale sua reazione che renderà i nemici incapaci di danneggiare quel paese. Non tace il rimprovero perché, a dispetto dei tanti ammonimenti, non siano stati così vigilanti come avrebbero dovuto essere. Circa l'incertezza se Poviglio sia stata o no occupata, vuole che mandi a rassicurare quegli uomini che manderà presto aiuti e soccorsi. Insista perché stiano attenti e si riparino nelle città e nei luoghi forti; insisterà con il castellano di Guardasone per fare una buona guardia. Gli faccia sapere quanti prigionieri e quanto bestiame hanno preso i Correggesi e quali progressi han fatto i nemici e che è successo a Poviglio.

[ 219v] Domino Oldrado de Lampugnano.
Havimo recevute due vostre lettere, l'una de dì xii et l'altra de dì xiii, per le quale ne scriviti delle novità hanno facto quilli da Correzzo in correre im Parmesana, zoè a Poviglio et in fin suso le porte de quella nostra città, et del'havere pigliato Casal Po et cussì de havere preso el potestate da Poviglio et Bassano da Lode cum molti altri presoni et bestiame, et quanto finalmente ne scriveti. Al che respondendo, vi dicimo che ne rencresce et dole del damno hanno havuti li nostri subditi perché del rompere che hanno facto, sempre ne semo stati quasi certi che fariano al fino como hanno facto.
Pur non di mancho vogliati confortare quelli nostri cittadini, et cussì li homini del paese, che non vogliano per questa tal novità recevere malcontentamento, nì disconforto alcuno perché prestissimo nuy faremo tal provisione de gente in quelle parte che alli nemici non porrà reusire niuno loro captivo pensiero, nì etiamdio haveranno l'habilità de offendere et damnificare quello nostro paese; ma non possimo se non maravigliarsi che, havendo nuy tante volte scripto che se tenessero avisati li homini del paese per modo che correndo non potessero recevere damno, che essi potestate et homini da Poviglio et li altri de Parmesano se habiano lassato cogliere in questa forma. Pur, perché ne scriviti che dicto loco da Poviglio non possiti sapere se l'è perduto, vi dicimo che tenendose quilli homini, li debiati mandare ad confortare perché nuy li mandarimo presto ad secorerli et adiutarli per modo che non haveranno più ad dubitare. Et cussì vogliati confortare tucti li homini del paese a darse di bona voglia et ad stare advertenti perché non possano essere offesi et ad redurse alla città et alli loghi forti. Et cussì avisareti tucte le forteze ad actendere a bona et diligente guardia siché non recevano damno, né possano essere inganati né traditi, et maxime, avisareti el nostro castellano de Guardasone ad fare actendere (a) ad bona guardia per forma ch'el resti sicuro et cauto. Poy vedeti de intendere che presoni et che bestiame hanno tolti dicti da Correzzo et menati via, et subito ne avisati, et cussì de quello serrà seguito de Poviglio, et de ogni progresso d'essi inimici. Vi confortiamo, postremo, ad essere soliciti in la guardia de quella nostra città et attendere diligentemente al governo d'essa per modo che non possa reusire veruno scandolo, né manchamento. Data in castris nostris apud Quinzanum, die xiiii septembris1452.
Iohannes Antonius.
Iohannes.

(a) Segue ad bona depennato.