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86. Francesco Sforza a Niccolò Arcimboldi. 1452 gennaio 9 Lodi.

Francesco Sforza comunica a Niccolò Arcimboldi che è uno dei tre ambasciatori scelti per accompagnare l'imperatore a Roma, sia nell'andata che nel ritorno. Lo invita a non rifiutare e a prepararsi. Ha saputo che l'Imperatore sarà a Padova o a Treviso fra due giorni e ha deciso che suo figlio Galeazzo e suo fratello Alessandro lo incontrino a Ferrara con una scorta di cavalieri e scudieri. Quando sentirà che questi si muovono verso il Po, occorre che li raggiunga.

[ 23v] Domino Nicolao Arcimboldo.
Messer Nicolò, como sapeti altra fiata fo ordinato de mandare tri ambassatori per fare compagnia alla sacra maestà del'Imperatore in l'andare suo a Roma et ritornare indreto, et ve elegessimo vuy per uno; et perché siamo che la prefata Mayestà vene de presente et che fra dui dì sarà o a Padoa o a Triviso, havemo deliberato mandare et mandaremo subito a Ferara per aqua l'inclito Galeaz, nostro figliolo, et magnifico Alexandro, nostro fratello, cum una bella compagnia de cavallieri et scuderi. Pertanto volimo che, remanendo lì, ve mettiati a punto dele cose che vi abisognano et come intenderiti li predicti andar zoso per Po, vuy montiati in nave in lenza et andiati zoso cum essi perché li altri ambassatori veneranno dreto et tucti se retrovaranno cum vuy a Ferrara; et in questo non intervenga dificultà alchuna. Sapemo bene che questa vostra andata ve sarà un pocho molesta per qualche vostra facenda o per altre conditione vostre, ma vi confortiamo, caricamo et stringemo non vogliati essere renitente in questa fiata, perché, come intendeti, questa andata non poteria essere più honorevele come se sia, et a nostri dì non accaderà una simele. Data Laude, die viiii ianuarii 1452.
Cichus.