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88. Francesco Sforza al marchese di Mantova. 1452 gennaio 9 Lodi

Francesco Sforza informa il marchese di Mantova che, deliberato di andare a Milano per mettere ordine alle sue entrate, nel frattempo, l'ha raggiunto il cavallaro Franboldo, che è stato alcuni giorni con l'imperatore, rimasto nel Friuli e da lui ha saputo che fra due giorni l'imperatore sarà a Treviso o a Padova. Il duca ha, perciò, deciso di mandare a Ferrara il figlio Galeazzo e il fratello Alessandro che incontreranno il sovrano a Ferrara. Tale compagnia salperà da Cremona e arriverà da lui; Il duca manderà tre ambasciatori che faranno da scorta all'imperatore fino a Roma e nel ritorno. Ricordando che quelli di Correggio tengono Brescello, gli chiede di scortare la sua comitiva con una fusta. Sbrigate le dette cose, egli potrà andare dal duca a Lodi o a Milano.

Domino marchioni Mantue.
Illuster domine tanquam frater noster carissime, havemo deliberato andare ad Mediolano per mettere ordine a l'intrate et altre nostre facende. In questo mezo è vinuto da nuy Franboldo, nostro cavallaro, quale retorna dala mayestà dello Imperatore et dice haver lassato la maestà sua in Frivole et che fra duy dì rasonevelmente sarrà ad Triviso overo a Padoa. Il perché havimo deliberato exequire l'ordine, altre volte preso, de mandare Galeazo, nostro figliolo, et Alexandro, nostro fratello, cum bella compagnia de cavallieri et scuderi a Ferrara per visitare et honorare la Mayestà sua, et presto saranno ad Cremona et lì montaranno in nave et veneranno dalla signoria vostra acioché, parendoli habiano a fare più una cosa che un'altra, li possa avisare, et loro exequiranno sempre li recordi vostri. Li mandaremo etiamdio li tri ambassadori ordinati, quali acompagnaranno la Mayestà sua, cussì nello andare ad Roma come nel ritornare, et alla dicta visitatione de Ferrara, se gli retrovarà etiamdio lo magnifico signor misser Sigismondo; delle quale tucte cose ne avisamo la vostra signoria. Et perché essa vostra signoria segondo l'ordine preso devea vinire de qua, dicemo che, segondo li avisi che havimo, la prefata mayestà del'Imperatore va de directo a Roma et pocho se dimorarà in camino per ritornare indreto subito ad oviare a certe discensione natte a casa sua. Et però expedite che seranno queste cose a Ferrara, essa vostra signoria potrà vinire da nuy o qua o ad Mediolano, ove ce ritrovaremo per provedere ordine et dilliberatione alle cose che sonno affare. Et perché non sapiamo se l'andata deli predicti nostri sia secura [ 24v] per Po per rispecto de quilli de Correzo, quali teneno Bresello, ne pareria, et cussì confortiamo la signoria vostra gli piacia far mettere ad ordine la sua fusta et mandarla ad incontro delli predicti nostri quando viniranno zoso, et se essa fusta non gli paresse suffitiente, piaciali advisarne perché gli providirimo nuy de qua.
Data Laude, die viiii ianuarii 1452.
Cichus.