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891. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano e al luogotenente Ayolfo da Firenze 1452 settembre 17 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza assicura Oldrado Lampugnani e il luogotenente Ayolfo di Firenze di sapere i danni lì fatti da quelli di Correggio. Rinnova l'invito a rincuorare i cittadini della comunità, garantendo che pensa di mandare presto gente non solo in loro difesa. Se non si fosse fidato delle parole e promesse di quelli da Correggio e delle loro parole e ambasciate che mai si sarebbero rivoltati contro lo stato sforzesco, non avrebbero potuto fare nulla e ribadisce che non deporrà le armi se non dopo la loro totale rovina. I cittadini avranno constatato la sua reazione a Poviglio, ove ha mandato circa settanta cavalli che saranno ormai entrati nel borgo e prenderà altri provvedimenti per cui i Correggesi non saranno più in grado di nuocere. Se lo ritengono opportuno possono mostrare la lettera alla comunità e lo informino di ogni novità. A loro avvertimento rivela che anima di ogni operazione dei Correggesi sono Giovanni de Colla, Taddeo Borello, Marchio Bruzio e il priore di San Bartolomeo di Stradarotta.

Domino Oldrado de Lampugnano et Ayolfo de (Florentia), locumtenenti.
Dilectissimi nostri, per le vostre lettere de dì xiii, xiiii et xv del presente restamo ad compimento advistati dele novitate et damni hanno (facto) quelli valenti homini da Correza contra (a) quella nostra cittade et cittadini et subditi nostri et dela gente d'arme data per provedere a l'insolentia et insulti loro. Et benché habiamo scripto quanto ne é parso necessario, niente de manco de novo ve replichamo che voliate confortare tucti quelli nostri cittadini, comunità a stare de bono (b) animo, né voliano punto prehendere desconforto, né dubitatione alcuna de questa guerra, che ne hanno mossa tanto iniquamente li dicti da Correzo, perché noi non attendiamo ad altro, non ma ad dare forma et ordine de mandare dele gente ala defesa lor, quali seranno sufficiente non solo ala defesa, ma etiam a l'offesa de nostri nemici. Et dal canto de qua speramo presto in Dio far dele (c) cose che serrano grandemente favorevele al stato nostro et sbagottimento deli nemici, como per experientia presto intenderite, rendendoli certi che, se noy non ne fussemo fidati fin qui dele parole li dicti da Corezo ne hanno facto dire per lettere et per ambassiate che non offenderiano may in Parmesana, [ 229r] né anche ne fariano guerra cum le terre loro, nuy non saressemo stati fin qui ad far provisione de gente in quelle parte per modo che né lor, né altri non haveriano possuto azoppare una gallina. Ma da poy che ne hanno ingannato in questa forma et servato cum nuy questo excessivo tradimento, noy non posaremo, né metteremo may l'arme zoso fin ad tanto che non faciamo vendecte de questa iniuria et che non vedamo la total lor ruina et desfactione, la quale non dubitamo cum l'aiuto de Dio et deli nostri amici. Et cum quello saperemo et porremo fare nuy mandare ad affecto per provedere alla terra di Poviglio, como haverite inteso, mandessemo subito, già tre dì sonno, circha lxx cavalli bene imponto, li quali, semo certi, lì seranno intrati, et de mano in manu, tuctavia, se faranno de l'altre provisione per tal forma, chome havemo dicto, che essi Correzesi non porranno fare più niente et accorzeranno havere facto male allor medesimi in haverne ropta questa guerra et pigliata questa impresa contra lo stato nostro tanto iniuriosamente et iniquamente, como hanno facto. Data apud Quinzanum, die xvii septembris 1452.
Post datam. Questa lettera la porrete monstrare ala comunità, a quelli cittadini secundo ve parerà, advisandove che nuy omnino faremo provisione de gente et presto, como in essa lettera se contene. Advisatine spesso spesso d'ogni occurrentia, siché intendamo il tucto, ad ciò che de hora in hora possamo fare la provisione necessaria. Appresso havemo havuto avviso da persona fidedigna, como Zohane de Colla, Taddeo Borello, Marchio Bruzio et lo priore de San Bartholomeo de Strata Rotta, sonno anima et corpo de questi da Correzo, et che non se fa cosa nisuna in quella cittade che non daghino adviso alli dicti da Correzo.Ve ne volemo advisare adciochè, parendo ad voy, che sete in suso al facto, pigliare de lor più uno partito che uno altro per ben del stato nostro, el fazate, perché nui lassiamo questo facto in la discretione et iuditio vostro, et restaremmo sempre contenti de quello deliberarete. Data ut supra.
Iohannes Antonius.
Iohannes.

(a) Segue nostra depennata.
(b) Segue vol depennato.
(c) dele in interlinea.