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9. Francesco Sforza a Gaspare de Tagliaferris a Agostina de Rubei ad Antonio de Bechi a Francesco de Buralli a Francesco de Cerrate 1451 dicembre 27 Lodi.

Lo Sforza, saputo da Gaspare Tagliaferri, Agostina de Rubei, Antonio Becchi, Francesco Buralli e Francesco de Carrate in Parma delle minacce di Lancillotto nell'espletamento del sindacato e volendo appurare quanto successo, ha deciso di inviare un sindacatore della corte, Baldassarre da Corte. Piglino nel frattempo le informazioni necessarie e all'arrivo del sindacatore, rimuoverà da quell'ufficio Lancillotto e manderà un altro ufficiale per evitare che, per timore di intimidazioni, si ometta di dire la verità. Con il sindacatore in arrivo dalla corte i ricorrenti provvedano al fatto delle calcine e delle altre cose, indipendentemente dalle commissioni date loro dal podestà.

Gasparro de Tagliaferris, Augustina de Rubeis, Antonio de Bechis, Francisco de Burallis, Francisco de Cerrate in Parma.
Havimo recevuto vostre lettere de di xxi del presente et inteso quanto scriveti del facto del sindicato de Lancilotto, quale dicete menaza. Et perché nostra intentione è che sia veduto [ 4v] molto bene el facto, e ad ciò non possa dire che per vuy (a) li se proceda adosso, havimo deliberato mandare là uno delli sindichatori della corte nostra, quale sia una cum vuy ad sindicare dicto Lancilotto, quale sarrà messer Baldisarro da Corte; pigliati pur fra questo mezo le informatione vere de quello sentireti, et vinuto lo sindacatore nostro là, lo rimoverimo da quello offitio et mandarimogli un altro offitiale ad ciò non sia alcuno che se dubiti dire el vero per paura de sue menaze, el quale sindicatore volimo habia una cum vuy commissione tanto al facto delle calcine quanto delle altre cose nostre, non obstante commissione habia sopra de ciò havuta da nuy el potestà. Data Laude, die xxvii decembris 1451.(b)
Ser Iohannes
Cichus.

(a) Segue non depennato.
(b) In A 1452.