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90. Francesco Sforza al podestà di Piacenza. 1452 gennaio 11 Lodi.

Francesco Sforza scrive al podestà di Piacenza circa l'intenzione di fare una cava per deviare il letto del Po e drizzarne la corrente in modo che ne derivi grande utilità a tutti; vuole che si trovi con la comunità e faccia eleggere tre o quattro uomini che si intendano di ingegneria e che vadano con maestro Aguzo, ingegnere ducale. Provveduto a ciò, vuole che gli uomini vadano con Aguzo dal duca per riferirgli quanto deciso.

Potestati Placentie.
Perché nuy havimo ordinato de far fare una cava per trar Po fuora del proprio lecto, dove el circumvolve tanto tereno lì im Paxentina et mandarlo più dricto, non ad effecto che ne debia reusire damno a quella nostra comunità, imo perché siamo informati che ne serrà per succedere grande comodità et utilità comune. Pertanto vogliamo che debiati essere insieme cum quella predicta comunità sopra questa materia et fareti che ellegano tri o quatro homini pratichi del paese, docti et quali sapiano de ingegnire, li quali habiano ad andare insieme cum maistro Aguzo, nostro ingegniero, quale mandiamo là per questa casone a provedere dicta cava. Al quale maistro Aguzo habiamo commesso che quando tucti insieme haveranno provisto, ne debia poy refferire, aciò sapiamo quanto habiamo da fare. [ 25r] Data Laude, die xi ianuarii 1452.
Et el simele metteriti a quelli dicti homini che seranno electi, che debiano anchora loro vinir da nuy cum el dicto maistro Aguzo per refferire de quanto haveranno trovato. Data ut supra.
Cichus.