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930. Francesco Sforza a Bosio Sforza (1452 settembre 25"apud Lenum").

Francesco Sforza si congratula ancora con il fratello Boso per la prontezza con cui si è mosso e per l'impeto suo e delle sue genti a danno di quelli di Correggio; e perché vuole che la vittoria sia completa, gli ordina di accamparsi verso Brescello o dove crederà meglio, per dare una lezione ai Correggesi per quanto hanno fatto e ha sollecitato i gentiluomini parmensi a dare aiuto a Boso, a Oldrado e al luogotenente di Parma. Chiede al fratello di dirgli come è passata la faccenda e se ha catturato persone di reputazione, come son forniti quei luoghii, quanti cavalli ha catturato e quanti gliene sono rimasti.

Bosio Sforzie.
Questa sera siamo advisati per toe lettere del conflicto, damno et vergogna fato a quelli da Correzo; la qual cosa n'é tanto piaciuta et havimone preso tanto piacere et consolatione quanto de cosa havessimo possuto sentire, commendandote singularemente dela celerità per ti usata in l'andare et del'animosità toa et de quelli altri nostri (a) tucti perché hai molto bene servati li ordini et commandamenti nostri. Et perché deliberamo omnino prosequire questa victoria et fare pentire quelli da Correzo del'errore loro, te commectiamo et volimo che, mectendo inseme tucte quelle nostre zente, vedi de acamparte a Puyglio mectendote alla porta verso quelli da Correzo, cioé Bersello vel altroe ove te parirà meglio, et fortificandote in modo che non possi recevere damno né vergogna. De che te caricamo quanto sapemo et possimo, advisandoti che havimo scripto a quelli nostri zentili homini de Parmesana che te debiano dare ogni favore de zente et d'altre cose come sarano rechiesti da ti, dal magnifico Oldrado et dal nostro locotenente de Parma, con li quali, magnifico Oldrado et locotenente, te haverai ad intendere de ogni cosa. Volimo appresso subito ne avisi più distintamente come é passata questa cosa et quanti cavalli sonno presi et quanti gline sonno restati, et se gli è preso alcuno de reputatione et chi et che zente sonno in Puyglio et Casalpo, et come quelli doi lochi sonno forniti, per modo intendiamo el tutto. Et sopra tucto deportate con tale prudentia che vegni a recevere honore et non vergogna. Data ut supra.
Irius.
Cichus.

(a) nostri in interlinea.