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934. Francesco Sforza a Boccaccino Alemanni da Firenze 1452 settembre 25"apud Lenum".

Francesco Sforza scrive a Boccaccino Alemanni di Firenze parlandogli del suo trasferimento a Leno e della rotta inflitta ai nemici a Cerreto da suo fratello Alessandro. Lo informa poi del successo di suo fratello Boso riportato su quelli di Correggio nei pressi di Poviglio, prendendo cose e cavalli di cui però non può precisargli il numero. Gli darà più di frequente notizie solo nel caso che possa mantenere tutta la gente che ha e a proposito, egli fa sapere di aver scritto a Cosimo sulla intenzione del duca di Modena a dargli cinquemila ducati; cosa per la quale sollecita l'intervento di Boccaccino. Comunica, infine, che il Bailì si è unito alle truppe sforzesche e insieme hanno fatto scorrerie per il Monferrato per cui Guglielmo di Monferrato si è ridimensionato nei suoi atteggiamenti.

Boccacino de Alamannis de Florentia.
Per altre nostre haverite inteso la venuta nostra qui et la havuta de questa terra et cossì la rotta che dede Alexandro, nostro fratello, a quelle gente inimiche che erano ad Cerreto, la quale fu molto mazore danno che non scripsemo; ma per questa vi avisamo, ad contentamento vostro, como havendo noi mandato Boso, nostro fratello, cum alchune squadre dele nostre gente d'arme per andare a trovare quelli da Correzo che erano a campo a Poviglio in Parmesana, lo dicto, sequendo li ordini et commandamenti nostri, andò a trovare li dicti da Correzo, li quali spectarono molto bene et finaliter li ha rotti et fracassati et pigliati la mazore parte de loro cavalli et robbe, et quelli che sonno campati sonno reducti dentro da Bersello. Non ve scrivimo lo numero de cavalli guadagnati, perché lo dicto Boso ne ha advisati de questo ad cavallo ad cavallo [ 238v] tucta volta sequitando et cazando dicti inimici, de quello sequirà più oltra sarite advisato continuamente; ben però vi advisamo como in brevi, con Dio gratia, speramo farvi sentire tale novelle che vi piacerano et observare ad questi nostri inimici quello che già l'habiamo promettuto. Et horamai vi farimo sentire più spesso novelle che non havimo facto fine qui, et in questo non fati dubio alcuno che, con la gratia de Dio, noy non vincamo et che non conducamo le cose de qua allo optato fine, purché possiamo mantenere queste nostre gente. Noi scrivimo al magnifico Cosimo come lo illustre duca de Modena ne vole servire de 5000 ducati, che luy ha lì suso el monte et che veda pigliare qualche bona via siché noy li possiamo havere de presenti. Pertanto vogliate essere con luy et instare et fare tucto quello vi serà possibile perché se habiano dicti denari, et havuti, neli vogliati subito mandare. Delle cose de Alexandria ve avisamo como lo Baylì con le soe zente è venuto nelle terre nostre et s'è unito con le nostre altre gente che sonno dellà, et hanno corso in Monferrato, et campezaranno le terre del marchese de Monferrato et le cose dellà passarano bene. El signore Guielmo ha mandato a dire che mò vole fare cose assai et è venuto molto humile. De quello sequirà sarite advisato. Ex castris apud Lenum, die xxv septembris 1452.
Zanninus.
Cichus.