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94. Francesco Sforza a Cosimo de Medici. 1452 gennaio 11 Lodi.

Francesco Sforza informa Cosimo de Medici di aver saputo da Diotesalvi in quali termini si trova il fatto del marchese di Fosdinovo e quanto lo stesso Cosimo ha fatto in suo favore e lo sollecita a insistere con i Dieci della Balia perché quello di cui, secondo Diotesalvi, si è discusso venga attuato. Lo invita volergli comunicare se le cose sono in ordine perché scriverà al conte Francesco della Mirandola di portarsi lì, non volendo che, con scorno di entrambi, vi andasse inutilmente.

Cosme de Medecis.
Magnifice tanquam pater et compater carissime, dal magnifico Diotesalvi, nostro compare, havimo inteso in quali termini se ritrova el facto del marchexe de Fosdenovo et la opera ha facto continuamente la maestà vostra in favore d'esso marchexe; dela quale remanemo contenti quanto se potesse dire. Et benché ne rendamo certi che vuy habiati ad mimoria questo facto d'esso marchese tamen, perché lo illustre signor marchexe de Mantoa de novo ne lo recomanda strectamente, non possimo fare che de novo anche nuy non ve ne scrivamo. Pertanto confortamo et pregamo vogliati havere ad mente el facto d'esso marchexe et operare cum ogni instantia presso quelli excelsi signori et, per ogni via vi parerà che quello ne dice, el nostro compare Diotesalvi essere raxonato circa ciò del fare sia messo ad executione. Quando ad vuy parerà le cose siano aconze et in ordine, ce ne vogliati advisare, perché el conte Francesco dela Mirandola intende vinir là, ma primo che luy vengna là [ 26r] voressimo essere chiari da vuy che elIo non vinisse indarno, perché, se elIo havesse ad vinir lì et poi ad retornare senza conclusione, seria uno toglirgli el credito et ad nuy grande incarico et manchamento et ad luy dispiacere, certificandove che ogni favore et adiuto et ogni opera gli farà la vostra magnificencia sarrà ad nuy tanto grato per rispecto al prefato signor marchexe de Mantoa et d'esso conte Francesco della Mirandola, el quale è ad nuy affitionatissimo quanto s'el fosse facto alla persona nostra propria. Data Laude, die xi ianuarii 1452.
Cichus.