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968. Francesco Sforza a Bosio Sforza 1452 ottobre 2 "apud Lenum"

Francesco Sforza chiede a Bosio di essere più esplicito su quello che intende conseguire, perché gli farebbe conoscere in tal senso il suo parere, specie se si trattasse di cosa fattibile; se si trattasse invece, di impresa rinviabile di qualche giorno senza nulla compromettere, vorrebbe che lo avvisi, sicuro che subito gli manderebbe gli uomini che gli abbisognano. Ma quando non fosse cosa certa, come l'andata a Poviglio, dove i nemici si sono nel frattempo fortificati, ed essendo, ormai nella brutta stagione e in mancanza degli indispensabili bombarde, rischierebbe di accamparsi là inutilmente; motivo per cui vuole che se ne venga via con la sua gente e stia agli ordini, dati sia a lui che a Oldrado, con il quale deve intendersi.

[ 246v] Domino Bosio Sfortie.
Havimo recevute doe toe lettere, date apresso a Bazano adì 29 del passato, et inteso quanto scrivi che, mandandote quelli fanti balestreri et chiopetteri che adomandi, che farai cose che ne piacerano, et cetera; maravigliamoce grandemente de ti che scrivi cossì simplice et seche le toe lettere, che non ce scrivi chiaro quale è quella cosa che voy sequirà, perché, advisandone dela cosa quale voy exequire, che a noy serà grata, te saperissemo scrivere et avisarti del parere nostro, ma non sapendo la deliberatione toa, non te saperissemo que dire né que respondere. Ben te dicemo che quando havesti qualche cosa rilevata ale mane et che te parisse factibile, et perché potessi fare qualche bel tracto, non farissemo caso. Quando per tal cosa havessi ad soprastare quatro dì o cinque, perché reuscendo, non se chiamaria perdere tempo, ma poriasse dire de avanzare el tempo, et in questo caso havendo tu cosa bona per le mane, come de sopra è dicto, vogli volando advisarne perché, siando le cose in termini de potere reuscire, bisognando là per tale casone li fanti, balestreri et schiopiteri adimandi, subito te li mandarimo. Ma quando non fose cosa certa, ma più tosto dubiosa et che non potesse reuscire, non ne pare ancora fructuosa l'andata ad Puviglio per volerIo acampare, perché havendo havuto li inimici tempo (a) de poterli fare ogni provisione, come è da credere che habiano facto, per havere vuy ateso ala montagna et siando oramay nel verno et havendosi ad fare longa dimora, non li siando li apparechi de bombarda, come bisognaria per fare presto, et convenendo levarsi poy senza haverlo, ce resultaria grande manchamento et saria grande disfavore ale cose nostre dellà, il che più consulto ne pare ad lassare tale impresa che abrazarla con poca speranza de obtenerla. Siché non siando altra certa speranza, che, come è dicto, volemo che tu ne venghi via et che se fazano le provisione secundo havemo scripto ad mesero Oldrà et ad ti, con lo quale te haveray intendere et vene con quelle gente et homini d'arme punctaliter che havemo scripto al prefato meser Oldrà et ad ti, servati prima tucti quelli ordini et provedimenti ve scrivemo, perché servandosi dicti ordini haverà ad reuscire poco fructo et mancho disegni ali inimici. Data in castris apud Lenum, die ii octobris 1452.
Ser Iohannes
Cichus.
Duplicata die iiii octobris anno et loco suprascriptis.

(a) tempo in interlinea.