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969. Francesco Sforza a Oldrado da Lampugnano 1452 ottobre 2 "apud Lenum"

Francesco Sforza ribadisce a Oldrado Lampugnani di non consentire a Bosio di andare ad accamparsi a Poviglio perché i nemici hanno havuto tempo di fortificarsi e, data l'avversa stagione e la mancanza di bombarde, Bosio sarebbe costretto a ritirarsi. Lo Sforza ricorda a Oldrado di avere ordinato al fratello di recarsi con le sue genti da lui e di stare alle disposizioni avute e di non dubitare di azioni truffaldine del castellano di Monteluculo. Il duca ribadisce poi di accettare le persone che Oldrado gli manderà.

[ 247r] Domino Oldrado de Lampugnano.
Havimo recevute doe vostre lettere de date 27 et 29 del passato, et inteso quanto scrivite et primo, del parere vostro quale saria che quelle gente nostre de Parmesana devessero, obmessa ogni altra impresa, andare ad mectersi a campo a Puiglio, et cetera. Dicemo quello che per altra havimo scripto, cioé che, havendo li inimici havuto tempo ad provedere ad Puiglio, como hanno, per havere acteso li nostri ala montagna, non ne pare che tale impresa sia da abrazare, perché siando noy horamai nel verno et havendosi a fare longa dimora, non li siando li aparechi de bumbarde, quale bisognariano per fare presto et convenendo levarci poy senza haverlo, ce resultaria grande manchamento et saria grande disfavore alle cose nostre dellà. Il che più consulto ne pare a lassare tale impresa che abrazarla cum poca speranza de obtenerla, per la qual cosa scrivimo ad Boso, nostro fratello, che debbia venire da noy, como per altre nostre li havimo scripto, et cossì ne habiamo scripto ad voy. Ben dicemo che quando le gente nostre havessero qualche bello zotto per le mane dellà, quale fusse factibile, che ne debbia advisare, perché, siando le cose in termini de potere reuscire et bisognando là per tale casone li fanti, balestreri et schiopetteri quali ne domanda, subito gli li mandarimo, ma, non siando altra certa speranza che, como è dicto, volimo che dicto Boso venga da noy cum quelle (a) zente et homeni d'arme punctaliter che havimo scripto ad voy et a luy, servati prima tucti quelli ordini et provedimenti ve scrivemo, perché, servandosi quelli ordini, haverà ad reuscire poco fructo et manco designi alli inimici.
Ala parte del suspecto havite de Monteluculo, dicemo che non doveti dubitare ch'el castellano facesse truffa, ma è da dubitare che non fusse ingannato. Noy gli havimo scripto che debbiano acceptare tucte quelle gente gli mandarite, advisandovi per nostre lettere de ciò quale siamo certi alla recevuta de questa haverite havute; siché provederiteli como a voy parerà, chè la cura lassiamo ad voy. Ex castris apud Lenum, die ii octobris 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.
Duplicata die iiii octobris anno et Ioco suprascriptis.

(a) quelle in interlinea su dicte depennato.