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979. Francesco Sforza ad Antonio da Trezzo 1452 ottobre 4 "apud Lenum"

Francesco Sforza risponde alle lettere di Antonio da Trezzo in merito a quanto detto da Giovanni Marco Grassi a proposito di Paolo Giovanni Inviciato e di Ruffenino Pettenaro di Alessandria, entrambi confinati. Lo informa che tale provvedimento è stato preso non perché siano dei criminali ma per la sicurezza della città; e quando le cose si aggiusternno ritorneranno.

Antonio de Tricio.
De quanto ne hai scripto per toe lettere, date a xxviii del passato, restiamo advisati et de tucto te commendiamo; et non ce accade altra resposta, si non ala parte de quello te ha decto miser Zohanne Marco de Grassi del facto de Paulo Zohanne Inviciato et Ruffenino Pectenaro d'Alexandria confinati. Dicemo che l'é vero che li dicti doi sonno confinati, non per cosa habiano commesso, né anche per alcuna sinistra informatione habiamo de loro, ma solamente per più segureza de quella nostra città de Alexandria, dela quale havimo etiandio confinati molti altri cittadini. Siché, havendo facto questo per bona et iusta casone, ne pare ch'el prefato miser Zohanne Marco debbia restare contento et patiente a questa nostra valuntà, et cossì volimo lo conforti a questo, benché noy anchora gline scrivimo per l'aligata, certificandolo, però, che speramo in Dio le cose nostre de Alexandria passarano in modo che tucti quelli confinati retornarano in casa fra pochissimi dì. Ex castris apud Lenum, die iiii octobris 1452.
Irius.
Cichus.