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1268. Francesco Sforza al Regolatore e ai Maestri delle entrate 1457 marzo 31 Milano

Francesco Sforza scrive al Regolatore e ai Maestri delle entrate sostenendo che si sono considerate male le spettanze del segretario ducale Nicodemo Tranchedini da Pontremoli calcolandogli per buone trasferte con quattro cavalli sia quando era fermo presso il duca, o se ne stava a Firenze come quando cavalcava. Per uniformare il suo trattamento a quello degli altri, si è concordato che fino a tutto il febbraio scorso egli abbia 200 ducati d'oro, cioè lire 740 che, nette del capsoldo, sono lire 716,17,6, cifra che avrà dal cancelliere ducale Giovanni Giappano a saldo di ogni sua pregressa ragione. Il duca dispone che, facendo fare Giovanni Giappano creditore e Nicodemo debitore di detta somma, venga annullata ogni pretesa di danari che Nicodemo può vantare anteriormente al primo marzo.

Regulatori et Magistris suprascriptis.
Per lo passato a Nicodemo da Pontremulo, nostro secretario, nel fare le rasone sue gl'è facte bone le sue andate per quattro cavalli indiferenter per tucto il tempo, se quando è stato fermo apresso a nuy o ad Fiorenza, como quando è cavalcato. la qual cosa, ultra che fia stata malfacta, anchora è tornata in danno assay dela Camera nostra. Per obviare adunqua che più non occorra simile errore, et che le rasone sue vadano secondo el stillo deli altri, siamo rimasi d'acordo con sì che sopra ogni credito che lui apparesse havere in li libri nostri per rasone facta o anche per andate havesse a fare aconzare per tucto el mese de febraro proximo passato inclusive, sia quanto se vogla, noi gli facciamo dare ducati ducento d'oro, cioè libre septecento quaranta, li quali, detracto il capsoldo, montano libre septecento sedeci, soldi decesecte, denari sei imperiali. Et che da chalende de marzo presente inderieto se intenda salda et pagata ogni sua ragione, et cusì per Zohanne Giappano, nostro cancellero, gli havemo facto pagare dicte libre vii(cento)xvi, soldi xvii, denari vi. Volemo, [ 397v] adunque, che facendo fare ad esso Iohanne Giappano creditori de dicti denari et debitore luy, facciati cassare et annullare ogni credito havesse o potesse havere dicto Nicodemo dal dicto chalende de marzo inderieto, ita che per l'hadvenire per esso tempo passato non possa più dimandare niente de sue andate, facendo fare tucte le scripture opportune circha questa materia. Mediolani, die ultimo martii 1457.
Iohannes Giappanus.
Cichus.