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138. Francesco Sforza al Regolatore e ai Maestri delle entrate ordinarie e straordinarie 1452 aprile 27 Milano

Francesco Sforza scrive al Regolatore e ai Maestri delle entrate, ordinarie e straordinarie, di aver concesso a Giovanni Stampa la taverna di Molino Viono della pieve di San Donato, ma di avergliela poi tolta per il pregiudizio che detta taverna recava alle entrate ducali, dandogli in compenso una possessione a Melegnano che gli rende solo cinquanta ducati, cioè 150 ducati in meno della taverna. Il duca comanda che tale differenza gli venga colmata con le entrate della pieve di San Donato.

Egregio nobilibus et sapientibus viris Regulatori et Magistris intratarum nostrarum tam ordinariarum quam extraordinariarum.
Concedessimo altre fiate a messer Zohanne Stampa la taverna de Molino Viono della pieve de San Donato del nostro ducato de Milano, et poy gli l'havemo tolta perché la dicta concessione preiudicava troppo al'intrate nostre, et havemoli concessa la possessione de Melegnano, quale possideva el magnifico Octaviano dala Carda. Et perché lo prefato domino Zohanne soleva cavare ogni anno de intrata della dicta taverna ducati 200, et non cava d'essa possessione oltra ducati 50 l'anno, ve commettiamo et volimo che dele nostre entrate della dicta pieve de San Donato gli faciati respondere ogni anno et mese fina al beneplacito nostro deli dicti centocinquanta ducati, incommenzando in kalende de zenaro proximo passato, in modo che ogni anno venga havere havuto in tutto l'intrata de ducenti ducati. Mediolani, xxvii aprilis 1452. (a)
Irius.
Cichus.


(a) A margine: Pro domino Iohanne Stampa.