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1386. Francesco Sforza ad Antonio Bossi, a Matteo da Pesaro, a Giulino Vimercati, a Rainaldo da Varadeo e a Bartolomeo da Cannobio 1458 marzo 2 Milano

Francesco Sforza prospetta ad Antonio Bossi, a Matteo da Pesaro, dei Maestri delle entrate, a Giulino Vimercati, a Rainaldo da Varadeo e a Bartolomeo da Cannobio, ragionieri ducali, l'incongruenza di trattamento per le trasferte di coloro che sono impegnati in trasferta per oltre sei mesi e quelli che sono perpetuamente in moto per cui necessita loro stare all'osteria, mentre i primi hanno, per la lunga assenza, possibilità di trovare alloggio e di sistemarsi come fossero a casa. Ha perciò pensato di affidare la soluzione del caso ai membri del Consiglio segreto.

Domino Antonio de Bossys, Matheo de Pisauro, ex Magistris intratarum, necnon Iulino de Vicomercato, Raynaldo de Varadeo et Bartholomeo de Canobio, rationatoribus nostris.
Perché non pare honesto, conveniente, né iusto che quelli che nuy mandiamo in qualche loco per ambasatori, o da re, o da signorie, o da principi, fuora del nostro dominio, né anche mandassimo per il nostro dominio, dove havessino a fare continua residentia ultra sey mesi, debiano recevere, né havere quello pagamento per l'andata loro ultra le provisione hanno da nuy che hanno et meritano quelli che vano per uno mese o per duy et che continuamente stano in motu et gli bisogna stare sul'hostaria, attento maxime che quelli primi pono tuore, et verisimiliter togliono case a pisone fuora del'hostarie, dove se forniscono in grosso et spendono pocho più como facessino a casa loro, sentendo etiandio che la felice memoria del'illustre quondam nostro padre duca Filippo sopra questa cosa, parendoli molto enorme gli havea facto alcuna limitatione, benché pare non se trova se non per informatione de chi la vide, volendo ancora nuy mettere forma ad tale inconveniente, commisimo de questi dì al magnifico nostro Consilio secreto che circha 434r questo dovessero fare debito discussione et pigliare a questa cosa uno mezo che gli paresse conveniente et honesto, siché la Camera nostra non patisse questo damno et che chi avesse anche ad andare, vivesse contento, li quali, in forma d'uno ricordo, hanno dato in scriptis uno certo modo gli pare se habia a tenere in questo facto, quale ve mandiamo qui incluso. El quale modo, perché ne pare molto intricato et talmente obscuro, che li raxonati, che havessino in futuro a fare le rasone de questi, tali male ne sapperiano cavare li pedi, se ogni volta non dessino molestia ad nuy, la quale non volimo, et essendo essi da Consilio occupati in tante ardue cose, a che male possono vacare tutti a queste minime, et anche perché questa è cosa che piutosto è de pratica vostra per il conciare (a) le rasone, et forse anche qualcuno de voy ha noticia del'ordine fece il prefato illustre quondam signore nostro padre sopra tale materia, per questo ve commettimo et volimo che ve atrovati dal spectabile nostro consiliero domino Guarnero da Castilione et insieme con luy debiati, scrutenati et masticati molto bene questa facenda et da poy che sia bene debatuta, ne cavate uno ordine et forma de decreto cum tale et sì chiara limitatione che se possa intendere, et che quelle haverano ad fare le rasone dele andate sappiano chiaramente que fare a concludere le rasone di cavalcanti senza havere a dare impazo ad nuy, né ad altri se non de qualche cosa speciale, che nuy volessimo fare per gratia; et de quanto serà ordinato in questo facto, fati ne siamo avisati. Mediolani, ii martii 1458.
Forensis.
Cichus.


(a) Segue de depennato e le in interlinea.