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142. Francesco Sforza a don Giovanni Ambrogio Bossi 1452 maggio 2 Milano

Francesco Sforza vuole che don Giovanni Ambrogio Bossi, canonico della chiesa di San Nazzaro di Milano e prevosto della chiesa cumana, che tiene (come ha saputo da Tomeo Bottigella, conduttore a Coirana, di una possessione dell'arcivescovo di Milano) i denari del canone di quella possessione, versi a Francesco Maletta 50 ducati, onoranza del bue grasso ancora dovuta dall'arcivesvo al duca per lo scorso anno.

[ 95v] Venerabili domino Iohanni Ambroxio Bossio, canonico ecclesie Sancti Nazari Mediolani ac preposito ecclesie Cumane, dilecto nostro.
Havimo inteso che per lo egregio Thomeo Botigello, nostro citadino de Pavia, el quale tene ad ficto una possessione ad Coyrana del reverendo messer arcivescovo de Mediolano, è stato depositato zà più dì passati appresso vuy lo ficto ch'el era obligato paghare al prefato messer arcivescovo della dicta possessione dell'anno passato, el quale ficto è ducati centodeci d'oro, li quali sono appresso vuy ad nome del prenominato domino arcivescovo, el quale è debitore della Camera nostra de ducati 50 per l'honoranza del bove grasso del'anno passato. Et perché noy disponemo volere omnino dicti ducati 50, volimo, et cossì ve stringemo et caricamo che delli predicti denari appresso vuy depositati, ut supra, respondiati et numerati ad Francesco Maletta, nostro secretario, ducati 50 d'oro, quali faremo mettere al partito d'esso domino arcivescovo per lo dicto bove. Et in questo non fati dilactione, o dificultà alchuna, per quanto haveti cara la grazia nostra, perché dicto Francesco gli ha ad spendere per cosa importante al facto nostro. Mediolani, ii maii 1452.
Christoforus Francisci.
Cichus.