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20. Francesco Sforza ad Antonio Trecchi, tesoriere di Cremona 1452 gennaio 19 Lodi

Francesco Sforza ordina ad Antonio Trecchi, tesoriere di Cremona, che se Giovanni Ulesi, cancelliere ducale, non fosse riuscito a raccogliere i mille ducati che gli comandò di trovare, di dargli, oltre i centocinquanta ducati che ha prestato, altri duecentocinquanta ducati in modo che con quei quattrocento si colmi la somma di mille. I quattrocento ducati Antonio li può ricavare dalle dodicimila lire del sale. Se Giovanni Ulesi fosse partito senza raggiungere i mille ducati, gli mandi qualcuno a consegnargli i quattrocento da lui prestati.

[ 61r] Antonio Trecho, thexaurario Cremone.
Antonio, volimo che, non havendo havuto ser Zohanne de Ulesi, nostro canceliero, ad compimento li milli ducati d'oro che li commettessimo dovesse vedere de rechatare lì in Cremona, secondo tu hay veduto, tu li daghi ultra li centocinquanta ducati che ne hay prestati per darli al dicto ser Zohanne, tucta quella summa de dinari che li manchasse ad supplire la summa delli milli ducati, che cridimo seranno ducati circha ducento cinquanta, li quali quatrocento ducati tu poray rectrarti dele libre xii mila del sale, dele quale Angelo Simonetta, nostro secretario, te scrive. Tu ne debbi fare la voluntà nostra per la alligata lettera, et questo non sia fallo per niente. Et s'el dicto ser Zohanne fusse partito di Cremona alla receputa de questa, et non havesse portato cum sì la somma compita delli milli ducati, vogli, tu Antonio, mandargli dreto el resto et non guardarne che questa lettera sia senza subscritione de nostra mano, ala quale crederay et daray fede, come se la fosse signata de nostra propria mano. Data Laude, die xviiii ianuarii 1452.
Iohannes.