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206. Francesco Sforza ad Antonio Minuti 1452 luglio 16 apud Trignanum

Francesco Sforza scrive a ser Antonio Minuti informandolo di avere scritto al referendario di Piacenza, ordinandogli di versare dei trecento ducati d'oro che aveva in mano, 150 al cancelliere di Giovanni Galante e altrettanti al conestabile ducale Francesco Corso. Siccome detti denari non sonno corso in mano del referendario di Piacenza, dispone che giungano a lui, ser Antonio, perché ne effettui la distribuzione sopra indicata.

[ 113v] Ser Antonio de Minutis.
Per la lettera introclusa nuy scripsimo al referendario nostro de Placentia che delli 300 ducati d'oro, quali havevamo ordinato fossero numerati in mane sua per casone della commandaria de quella cità, ne dovesse dare et numerare ducati 150 al canzellero de Iohanne Galante, et similmente a Francisco Corso, nostro conestabile, pur 150, como per la dicta inclusa più chiaramente poray vedere. Et perché dicti ducati 300 non sonno corso in mano d'esso referendario, imo habiamo ordinato che siano numerati et dati in mane toe, como per nostre lettere haveray inteso. Pertanto vogliamo che receputi haveray dicti dinari, ne debii dare dicti ducati 150, zoè libre 390, al predicto canzellero de Iohanne Galante in nome d'esso Iohanne Galante et similmente daray al predicto Francisco Corso, o ad qualuncha suo messo, centocinquanta altri ducati, cioè libre 390 imperiali, spazandoli subito senza veruna dimora, et il resto, che sonno libre ducento dece, zoè 210 imperiali, mandaray qua in mano de Francisco de ser Antonio immediate. Et perché intendi questo essere de mente et voluntate nostra vederay la introclusa essere sottoscripta de nostra propria mano. Ex castris apud Trignanum, xvi iulii 1452.
Bonifacius.
Cichus.