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224. Francesco Sforza ad Angelo Simonetta 1452 agosto 14 apud Quinzanum

Francesco Sforza, variando quanto precedentemente scritto, vuole che Angelo Simonetta faccia avere a Pietromaria Rossi e ad Antonio Landriani il resto di quanto ancora è loro dovuto in ragione di un ducato per cavallo, non scordando i denari ultimamente da loro incassati.Gli comanda pure di far dare a Pallavicino e a Taddeo dal Verme il resto che loro spetta in ragione di un ducato per cavallo, scontando loro, se avuti, i cento fiorini che dovevano essere loro dati. Li paghi presto dando i denari degli uffici incantati, deputati, come gli ha scritto, al remettere in ponto de quelle nostre gente de Lodesana.

Domino Angelo Simonette.
Non obstante te habiamo scripto el contrario, per questa te dicemo siamo contenti faci dare a Petromaria, nostro conductero, el resto de quello luy debbe havere per la rata soa a raxone de uno ducato per cavallo, ad Antonio da Landriano anchora el resto de quello luy debbe havere a raxone de uno ducato per cavallo, scontando a tutti duy in questi dinari gli faray dare de presente li denari che hanno havuti questi dì passati, como per altra sei avisato. Ancora siamo contenti faci dare a domino Palavicino quanto luy debbe havere per la ratta soa a raxone de uno ducato per cavallo, et lo simile faray a Thadeo dal Verme, scontando anchora ad loro quelli cento fiorini te scripsimo gli dovessi dare, se gli hanno havuti. Et volimo gli fati spazare presto et dargli di denari delli officii che sonno incantati, li quali havimo deputati, segondo per altre nostre te havimo scripto al remettere in ponto de quelle nostre gente de Lodesana. Et questo vole essere prestissimo. Ex castris apud Quinzanum, xiiii augusti 1452.
Iacobus Bochatus.
Cichus.