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239. Francesco Sforza al Regolatore, ai Maestri delle entrate e ad Angelo Simonetta 1452 settembre 13 apud Quinzanum

Francesco Sforza informa il Regolatore e i Maestri delle entrate e Angelo Simonetta che Sceva de Curte, luogotenente di Piacenza, si è portato da Lodi a Bologna dal tredici dicembre al due gennaio e dal tre gennaio al tre settembre è andato a Firenze, Siena e Roma per altre faccende ducali. Vuole che tali missioni, con otto cavalli, gli siano pagate. Siccome Sceva obietta che il Consiglio segreto vorrebbe trattenergli la decima di un mese della provvisione del suo ufficio di Piacenza come elmosina per la chiesa maggiore di Milano, il duca dispone che detta trattenuta non venga fatta, non ritenendo che debba essere obbligato a fare elemosine. A Simonetta dà incarico di riferire al Consiglio segreto da chi Sceva ha avuto denari per le dicte andate.

Regulatori et Magistris intratarum nostrarum et Angelo Simonette.
Adì xiii de decembre del'anno proximo passato cavalcoe lo spectabile messer Seva da Corte, nostro locotenente de Piasenza, de commandamento et per nostre strecte facende, da Lode a Bologna et retornò al dì segondo de zenaro del'anno presente. Similmente cavalcò a dì tri del dicto mese de zenaro a Fierenza, Siena et Roma per altre nostre facende, et è retornato a dì iii del presente. Pertanto volimo gli faciati fare le raxone delle dicte soe andate per octo cavalli et satisfargli secondo l'ordine della Camera nostra. Et perché dicto domino Seva dice che'l nostro Consiglio Secreto gli vole fare retenere la decima de uno mese della provixione soa del'officio de Placentia et delli altri officii, i quali ha havuti da poy acquistassimo el dominio de Milano, per certe elimosine overo offerte per la Chiesia Maiore de Milano, dicemo che'l non ne pare honesto che'l debia essere astrecto a fare elimosine contra la voluntà soa, al quale havimo per facti nostri altre retencioni et alla giornata gli dasemo affanni assay. Però volimo provediati che non gli sia facta alchuna retencione per questa casone, perché non ne havimo noticia alchuna, et cossì tu, Angelo, diray al Consiglio, per nostra parte, avisandovi che esso domino Seva ha havuti dinari per le dicte andate da Francesco de ser Antonio, dal Referendario de Piasenza, a Roma, Siena et Fiorenza. Ex castris apud Quinzanum, xiii septembris 1452.
Irius.
Cichus.