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258. Francesco Sforza ad Angelo Simonetta, al Regolatore e ai Maestri delle entrate 1452 ottobre 1 apud Lenum

Francesco Sforza, essendo debitore di Filippo Borromeo di lire 4000 per il pane del campo e potendo liberarsi di tale debito solo per lire 1180, cifra corrispondente al debito degli uomini del Borromeo per la mezza tassa del sale, ordina a Angelo Simonetta, al Regolatore e ai Maestri delle entrate di soddisfare il conte per il rimanente suo credito con le entrate ducali che lo stesso conte più gradirà, dei mesi di gennaio e di febbraio 1453.

[ 126v] Spectabili, egregio ac nobilibus dilectis nostris Angelo Symonette, consiliario ac Regulatori et Magistris intratarum nostrarum.
Perché in la raxone del pane del campo quale havimo con il magnifico conte Filippo Bonromeo se retroviamo havere pigliato qua in campo per supplire alli bisogni nostri libre 4000, cioè quatromiglia, de imperiali quale tochavano ad esso conte Filippo per la parte soa, deli quali gli restiamo debitori non havendo nuy el modo de lassarglili nele raxone avenire del dicto pane, perché per il bisogno nostro ne convene torre li denari del dicto pane, cossì della parte nostra como della soa. Pertanto volimo, aciò luy remangha satisfacto da nuy, che facendogli bone libre (a) 1180, cioè libre mille centoctanta de imperiali, quale luy ne resta debitore per li homini soi delle terre soe per la meza taxa del sale, gli faciati assignamento del resto perfina al complimento delle predicte libre 4000 suxo qualunche intrate piacerano più a luy in el mese de zenaro et febraro del'anno 1453 proximo a venire, siché remangha pienamente satisfacto et contento da nuy et non habia a poterse aggravare de nuy iustamente. Ex castris apud Lenum, primo octobris 1452.
Facendo far tutte le opportune et debite scripture sopra ciò. Data ut supra.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(a) Segue libre ripetuto.