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292. Francesco Sforza a Lancillotto da Figino 1452 novembre 28 Gambara

Francesco Sforza risponde all'ultima lettera inviatagli da Lancillotto da Figino e l'assicura di aver scritto al doge di Genova cui, oltre alle lire 1074,12, chiede altre lire 264,12 per un totale di lire 1339,4; con tali soldi pagherà i conestabili. Quanto ai provisionati, dia due fiorini per paga. Lo assicura che quanto scrisse a Giorgio Annone fu dovuto al fatto che ebbe notizia di alcuni provvisionati andati nel Parmense per sistemarsi con quelli di Correggio. Veda se ci sono tutti quelli elencati e dia a ciascuno due fiorini. Gli fa poi avere due lettere, dell'ambasciatore genovese e di Sceva de Curte senza le quali il doge non darà alcun denaro.

Dilecto familiari nostro Lanzalocto de Figino.
Ex Gambara, xxviii novembris 1452.
Persanctes.
Havimo recevuto più toe littere, et inteso quanto ne hay scripto, del tucto ne remaniamo advisati accompimento, et respondendo a questa ultima facta in Zenova, dicimo che nuy scrivimo per l'alligata a quello illustre signore misser lo duxe che, ultra le mlxxiiii libre, soldi xii imperiali, ti paghe libre cclxiiii, soldi xii che in tucto venghi ad havere havuto mcccxxxviiii, soldi iiii imperiali. Siché solicitaray de havere subito (a) tucti questi denari, li quali pagaray alli conestaveli, como te havemo scripto. Alli provisionati volimo che paghi a rasone de doy fiorini per pagha de quelle che ti havimo scripto. Et perché per lo tuo scrivere comprendimo che tu dubiti de quello che sopra ciò nuy scripsemo a Zorzo d'Annono, ti dicimo che quello scripsemo al dicto Zorzo fo perché havimo havuto informatione che delli dicti provisionati ne sonno fugiti alcuni et andati in Parmesana ad acconciarse cum quelli da Correzo, siché vogli molto bene intendere et vedere se gli sonno tucti, como se contene in quella lista che ti mandassemo, et siandoli, volimo gli paghi a rasone de doy fiorini per paga alli dicti provisionati. Et cossì te mandiamo alligate doe lettere del'ambaxatore Zenovese e de Sceva, quale presentaray al duxe, perché altramente non te pagaria denaro alcuno.
Iohannes.