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30. Francesco Sforza a Benedetto de Curte 1452 gennaio 26 Milano

Francesco Sforza scrive a Benedetto de Curte, capitano della cittadella di Piacenza, che è sua responsabilità se a Piacenza non si sono riscossi i denari del carriaggio per il castello di Milano. Si impegni a raccogliere detti denari dai quali trarrà trecento lire per Francesco Lucchese. Dei denari del carriaggio disporrà secondo le indicazioni del cancelliere Francesco di ser Antonio.

Benedicto de Curte, capitaneo cittadelle Placentie.
Non te poriamo scrivere quanto despiacere habbiamo che anche non habbi rescossi quelli dinari del carezo del castello de Mediolano, quali ne deve dare quella nostra (a) comunità del passato. Et ne rendimo certissimi se li dicti dinari non sonno rescossi, non sia stato per altro che per toa negligentia, che se gli havesse usato diligentia, sariano mò rescossi, de che ne segue grandissimo danno et desconzo. Pertanto te caricamo, se pensi far cosa ne sia grata, metti ogni tuo studio ad rescodere dicti dinari per modo non habbiamo ad repplicarti più. Delli quali dinari volimo ne debbi dare ad Francesco (b) Luchexe libre trecento, et ad ciò sii informato della voluntà nostra, volimo che de questi dinari del carego, cussì del passato come dello advenire, tu ne faci et disponi como te scriverà et ordinarà Francesco de ser Antonio, nostro cancelliero, al quale havimo dato la cura de quisti dinari. Et per toa chiarezza havimo soptoscripta la presente de nostra propria mano. Data Mediolani, die xxvi ianuarii 1452. (c)
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(a) nostra in interlinea.
(b) Segue Pisane depennato.
(c) A margine: Pro denariis carigii Placentie.