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522. Francesco Sforza al Regolatore e i Maestri delle entrate 1453 giugno 21 Seniga

Francesco Sforza rimprovera il Regolatore e i Maestri delle entrate per aver trattenuto a Schiavetto e a Galasso da Recanati in Lodi, del loro mensile, oltre al capsoldo e dodicesima, anche il quarto delle loro paghe. Vuole che le loro paghe non abbiano altra trattenuta al di là del capsoldo e della dodicesima.

Regulatori et Magistris intratarum.
Già doveti sappere et essere informati della provixione havimo deputata al Schiaveto et Galasso da Recanati in Lode, ve doveti anchora recordare che inanti se partissimo da Mediolano ve facessimo dire che in le occorrentie de tempi presenti volevamo che omnino gli fosse resposto de dicta provixione cum retentione tantum de capsoldo et de duodecima non aut cum la retentione dele paghe, como se fa al'altri salariati. Et perché de presenti se sonno gravati cum nuy dicti Schiavetto et Gallasso che gli fi retenuto el quarto d'esse soe paghe, che seria contra la mente et dispositione nostra, volimo, per quanto haveti caro de fare cosa (a) a nuy grata, che provedati effectualmente che detracto el capsoldo e la duodecima gli faciati respondere dele loro provixioni mensualmente senza retentione de paghe. Et circa ciò provedeti talmente che dicti Schiaveto et Gallasso più non habiano recorere in questi tempi ad nuy, ch'el ne saria troppo molesto. Apud Senigam, xxi iunii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.


(a) Segue che depennato.