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532. Francesco Sforza al Regolatore e ai Maestri delle entrate 1453 giugno 20 Seniga

Francesco Sforza scrive al Regolatore e ai Maestri delle entrate di aver loro ordinato di fare parecchie assegnazioni sulle entrate del 1454; che avvertano come si faranno. Si deve innanzitutto provvedere alla corte sua e della sua consorte e alle spese dei lavori per il castello. Vuole scelgano i dazi e dove loro parerà meglio, per soddisfare tali assegnazioni in modo che si possano avere a tempo debito. Si ricordino di ciò in modo che il duca non abbia più ragione di questionare con loro.

Regulatori et Magistris intratarum.
Como vuy doveti sappere, ve habiamo commisso debiati fare più et più assignatione sopra l'intrate nostre del'anno avenire 1454 per diverse casone sopra la qual cosa è d'havere bona advertentia como se farano. Et perché intendiamo ch'el sia proveduto alla spesa della corte nostra et della illustrissima madonna Biancha, nostra consorte, et similiter alla spesa delli laborerii del (a) castello sopra tutte l'altre cose de bona assignatione, ve scrivemo, commettimo et commandiamo che per fin mò vuy guardati et pensati bene de ellegere tanti et tali datii de quilli meglio parerano ad vuy, et etiam dove meglio ve parerà, che suppliscano ad queste assignacione, et quelli reservati per fare dicte assignacione in modo et forma che alli debiti tempi se possano havere, senza alcuna exceptione. Et questo habiati sì factamente (b) ad memoria, che non manchi, et poy non dicati che non ve lo habiamo facto a sappere, et che non ne dati materia de stare ogni dì in questione con vuy, como habiamo facto l'anno passato et questo presente, aciò se ne possiamo aiutare de tutto, overo de parte, como piacerà ad nuy, avisandovi che, se fareti el contrario, ve ne scriverimo più, né diremo, essendo là nuy, como habiamo facto altre volte, ma ve darimo ad intendere che fati male ad non obedire et che vogliamo faciati al nostro modo, et non al vostro. Siché fati modo non habiamo casone de scriverne più per simile materia, né venire ad disturbo et sdegno con vuy. Ex Senigam, xx iunii 1453.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(a) In A della con la finale depennato.
(b) Segue nel core depennato.