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595. Francesco Sforza al Regolatore e ai Maestri delle entrate 1453 agosto 10 apud Gaydum

Francesco Sforza fa presente al Regolatore e ai Maestri delle entrate che la sua donna, mal sopporta che non si pensi al riscatto del fermaglio a lei sommamente caro; perciò li prega di far almeno pagare l'ammontare dell'usura del fermarglio informando la sua consorte del loro intervento perché non perda detto fermaglio.

[ 204v] Regulatori et Magistris intratarum.
La illustrissima nostra consorte ne ha scripto, et facto dire con somma istancia, che vogliamo provedere ch'el suo formaglio, quale soleva portare de continuo, non se perda ala uxura, attento che, chi de presente non fa provixione, che sia pagato almancho l'uxura, se perderà; unde, non obstante ch'ella se ne ritrovi male contenta per non poterlo portare, quando mò el se perdesse, se ne trovaria sì male contenta ch'ella non poria essere de pezore voglia in questo mondo. Et perché el ne pare la signoria soa habia grande raxone et volunteri se gli fosse el modo gli lo faressimo rescotere, volimo, et ve comettiamo, se credeti fare cosa sì grata et accepta alla signoria soa et ad nuy, vogliati servare modo de fare paghare de presenti almancho quello monta l'usura del dicto formaglio, aciochè non venga ad perderse, et se habia el tempo ad poterse rescotere; et vogliati appresso mandare ad dire alla prefata madonna per uno vostro messo della provixione gli haveti facta et della voluntà nostra circha ciò, ad ciò che fra questi affanni, in li quali se rationa de presente respiri, alquanto et resti certa de non perdere el dicto suo formaglio. Ex felicibus castris nostris apud Gaydum, die x augusti MCCCCLIII.
Nicolaus.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Iohannes.